venerdì 23 dicembre 2011

Natale a Betlemme: Royal Rumble in Basilica.


“Fra Cristoforo! Fra Cristoforo!” Fra Guglielmo spalancò la cella del Fratello Cerimoniere sconvolto e senza fiato.
Fra Cristoforo si alzò di scatto con ancora il copri occhi per la notte. La stanza era spoglia come quella di tutti i francescani. C’era un tavolino con il vangelo e letture religiose e una candela ancora accesa che illuminava un poster in scala 1:1 di San Francesco che accarezzava il lupo di Gubbio che scodinzolava con le babbucce tra i denti.
“Che c’è Fratello Guglielmo?” Chiese allarmato riconoscendo il novizio dalla voce e turbato dal suo tono, tanto quanto essere svegliato da una persona anziché dal canto dei passerotti della sua sveglia. Nessuno avrebbe osato disturbare il suo riposo a meno che una calamità stesse per piombare sulla comunità dei frati francescani a Betlemme.

domenica 13 novembre 2011

Io, cammino. Praga-Caorle a piedi.


Io, Cammino. Praga-Caorle a piedi fotostoria:



Questo è un articolo apparso sulla rivista

AsiAfrica

17 novembre 2009: lascio l'azienda dove lavoro
4 dicembre 2009: parto per Istanbul
2 giugno 2011: rientro a Praga, pronto per camminare verso l'Italia, ma questa è un'altra storia...
Nel mezzo tanta AsiAfrica via terra quando possibile! Nell'ordine: Turchia, Iran, Pakistan, India, Nepal, Cina, Mongolia, Russia, Estonia, Sudafrica, Namibia, Zambia, Burundi, Tanzania, Uganda, Kenya, Etiopia, Sudan, Egitto, Giordania, Israele, Vietnam, Laos, Cambogia, Thailandia, Malesia e Filippine.

Il viaggio si trova sul sito che condivido con Franta, il mio compagno di viaggio per un anno. Lui è ancora in giro per il mondo. Io ho preso un'altra strada e la storia e le memorie di quei mesi sono impressi qui:

www.unpreparedtravellers.com/it





Viaggiatore Impreparato

Ciao a tutti!
Sono Andrea Gusso, classe 76. Vengo da un piccolo paesino delle costa veneta, Caorle, anche se Praga è diventata la mia nuova casa.
Non sono un backpacker. Non sono un avventuriero. Non sono un turista. Sono semplicemente uno che viaggia, quando può.
Sono talmente inesperto delle cose del mondo che direi di essere un "viaggiatore impreparato", ma non perciò meno curioso di ciò che ci circonda, né tanto meno timoroso di prendere ed andare. Anzi forse è la motivazione che spinge a guardarsi attorno per conoscere e confrontarsi.
Per questo ho lasciato il mio buon lavoro da colletto bianco, preso lo zaino, riempito di ciò che speravo

giovedì 21 luglio 2011

Portogruaro, -25 km a Caorle

Oggi pomeriggio, 21 Luglio, arriveremo a Caorle, a casa, al mare. Finalmente l'Adriatico!
Ieri una serata fantastica nel centro storico di Portogruaro pieno di concertini in piazza.
Notte passata dietro l'istituto magistrale. Ora caffé e via verso sud.
A presto mare.

martedì 19 luglio 2011

Gemona - San Daniele - Corbacco

Lasciamo Gemona e salutiamo Pier e famiglia. Un arrivederci veloce, quelli lunghi sono imbarazzanti e inutili.
Andiamo al Tagliamento col suo letto larghissimo e giungiamo ad Osoppo.
Per evitare la statale tagliamo attraverso la zona industriale. Sono impressionato dall'imponenza delle industrie pesanti della zona. Rimango affascinato. Mi sembrano degli enormi giocattoli e vorrei visitarne alcune, ma non è possibile.
Tentiamo la fortuna con una strada di campagna che si infila nel bosco. Evitiamo parte della statale, ma impighiamo un po' ad uscirne anche perché non possiamo guadare un fiume pieno d'acqua e fango per le piogge di questi giorni.
Arriviamo a Majano per pranzo. Mentre mangiamo lì fuori si scatena il diluvio. La strada sembra un fiume e quasi non si vedono gli alberi sull'altro lato da quanta acqua scende. Sono lieto di essere al riparo con una bottiglia di rosso.
Si riprende il cammino e seguiamo indormazioni contrastanti per raggiungere San Daniele. Sembra che ciascuno abbia una sua idea.
Abbiamo perso molto tempo a causa del brutto tempo e oggi non riusciremo ad avanzare come volevamo.
Raggiungiamo il bellissimo centro storico sul colle a San Daniele appena in tempo per chiedere dove poter alloggiare all'ufficio informazioni. Il cielo è grigio e dopo il temporale di oggi preferiamo dormire all'asciutto.
Dalla città si vede la pianura sottostante. Guardo a sud e per la prima volta in questo viaggio non vedo montagne. Tutto è piatto. Che bello!
Troviamo un fantastico bed and breakfast lungo la strada. La padrona commossa dalla mia telefonata e dal fatto che siamo a piedi viene a prenderci ad un paio di km. Il posto è perfetto: tranquillo, nel verde, tutto nostro e con un vasca da bagno.
Usciamo per prendere da bere e l'odor del forno ci prende per le narici e ci porta ad un negozietto dove stanno facendo dei grissini. Parliamo un po' e ci regala dei grissini appena sfornati. Deliziosi.
Ci beviamo le nostre birre sul terrazzo e la famiglia che ci ospita si ferma ad ascoltare le storie dei nostri viaggi. Mi sento a casa, tra amici. L'ospitalità è tanta.
Ora entro in casa a dormire sul mio letto. È facile abituarsi al letto dopo tante notti in tenda.

Dogna- Gemona

Il campanile della chiesa di Dogna è a ridosso della statale, praticamente le gira attorno e ci sveglia alla mattina presto.
Ci incamminiamo lungo l' infinita ciclabile attraverso gallerie e le montagne che scendono a picco.
Arriviamo a Resiutta alle 11 presto per pranzare e ci limitiamo a sbavare davanti alle decine di polli allo spiedo che girano nella rosticceria davanti a noi.
La ciclabile finisce. Si prosegue lungo la statale. C'è poco traffico e incrociamo diversi ciclisti.
Pranziamo in uno dei posti peggiori dove ci siamo fermati, a Carnia, un paese tristissimo.
Riprendiamo il cammino col cielo che comincia a coprirsi di nuvoloni grigia, ma non possiamo aspettare.
Raccogliamo lungo la strada more e prugne ciliegine. Buone.
Entriamo nel bel centro storico di Venzone, un paese che ci sorprende per la bellezza.
Proseguiamo e comincia a piovere. Aspettiamo che passi il grosso della pioggia mangiando tre enormi palline di gelato in una latteria e riprendiamo il cammino.
La pioggia si fa più intensa e sbagliamo strada due volte nel tentativo di tagliare per i boschi. Fortunati a non perdersi completamente.
Siamo in ritardo all'incontro con Pier.
Mi chiama e viene a prenderci alle porte di Gemona bagnati come dei pulcini. Che sollievo!
Ci facciamo una doccia calda e poi tutti a San Daniele a mangiare prosciutto crudo. Un pasto indimenticabile.
Con Pier abbiamo appena il tempo di raccontarci le cose principali, poi stanchissimi andiamo a dormire con un temporale con effetti speciali da film di fantascienza.
Purtroppo non abbiamo più tempo, domani si continua verso sud, verso il mare.

Tarvisio - Dogna

Un fantastico cappuccino con la polvere di cacao era da una vita che non lo bevevo. Un ottimo inizio di giornata.
Salutiamo il simpatico padrone leccese de Al Cacciatore (in ogni paese c'è un ristorante con questo nome persino in un paesino di mare come Caorle) e ci avviamo sotto la bandiera del Lecce che era in ritiro a Tarvisio.
Riprendiamo la ciclabile costruita sulla vecchia linea ferroviaria udine-tarvisio che attraversa la valle.
È incredibile da queste parti. Le montagne ci sovrastano ripide. Sotto scorre il fiume Fella tra i sassi. A fianco c'è solo lo spazio per la statale e l' autostrada costruita su piloni imponenti. Spazio per altro non ce n'è, ad eccezione di qualche vallata dove sorgono minuscoli villaggi.
Lungo la strada ci fermiamo all'osteria Ai Ors, dove c'è una donna che sembra una strega appena svegliata senza cappello e senza trucco.
A Malborghetto prendiamo il caffé a Casa Oberreichner, o qualcosa del genere, dove c'è una curiosa mostra perenne di giocattoli. Passiamo Pontebba, dove c'era il confine fino al 1918 e arriviamo stanchi a Dogna.
Piantiamo la tenda oltre un ponte pedonale dove dei ragazzini giocano a nascondino e vengono da noi incuriositi e affascinati da due giovani che dormono in tenda col sacco a pelo lì da loro.
Oggi cena col tonno. Domani Gemona dove mi aspetta l'amico Pier. Non vedo l'ora di rivedere lui e la sua famiglia.

domenica 17 luglio 2011

Arnoldstein pista da sci - 3 confini 1506- Tarvisio 21 km

Siccome alla notte faceva freddo ci siamo spostati nel corridoio del bagno. Avrei voluto vedere la faccia del gestore nel vederci alla mattina, ma ci siamo svegliati presto per affrontare l'impervia salita.
Guardo fuori e la sfiga ci perseguita: temprale.
Aspettiamo. Arriva il gestore e ci fa un caffé. È uno sloveno e parla italiano. Ci facciamo due risate e quando smette di piovere ringraziamo il gestore, che ieri ha lasciato il bagno aperto per noi intenzionalmente e senza dire nulla, e iniziamo a salire.
Avanziamo tra le nuvole sul sentiero che a volte passa sulla pista da sci.
Dreilænderecke, Monte Forno, Pec, a 1506 metri questo punto della terra ha tre nomi. Qui si incontrano Austria, Italia e Slovenia.
Faccio un passo. Sono in Patria! Dopo 3 settimane e mezzo dopo oltre 650 km percorsi, sono finalmente in Italia e non vedo l'ora di bermi un buon caffé.
Il primo cartello di un sentiero che vedo in Italia dice: Guardia di Finanza, 2 km. Benvenuti...
Scendiamo e in qualche ora atttaversiamo Fusine e, percorrendo una insperata ciclabile, raggiungiamo Tarvisio.
Appena ci sediamo in un ristorante, comincia a piovere. Non possiamo piantar la tenda con questo tempo. Troviamo una locanda gestita da un leccese qui al confine dove poter passar la notte all'asciutto.
Lasciamo la birra per del buon bianco e due grappe. Siamo in Friuli, siamo in Italia. Non so ancora se credere a me stesso.

venerdì 15 luglio 2011

Velden nel bosco - Arnolstein sulla pista da sci 32,5 km

Partiamo dal bosco vicino alla spocchiosa Velden e continuiamo nel verde.
Seguiamo i segnali arancioni dell'oleodotto Adria-Wien e riusciamo a districarci tra gli innumerevoli sentieri giungendo al Faaker See, un altro bel lago. A sud ci sono montagne imponenti e massicce, il Karawank, oltre, la Slovenia.
Mangiamo alla Nudelfabrik, la fabbrica della pasta, su consiglio di una signora in un maneggio. L'Italia è vicina e qualcuno parla italiano.
Arriviamo dopo una lunga camminata lungo il fiume al luogo del nostro campeggio. Per la quarta volta la mappa ci tradisce: il campeggio non c'è più.
Decidiamo di proseguire fino ad Arnoldstein. Tarvisio è a 12 km circa. L'Italia a molto meno. Ma il nostro tragitto non sarà diritto. Domani saliremo a 1500 fino al Dreieckelander, o al Monte Forno, o a Pec, insomma su quell' angolo di terra dove si incontrano Austria, Italia e Slovenia.
Dopo aver fatto la spesa per domani saliamo a 700 metri fino agli impianti sciistici. È tutto chiuso, ma i bagni sono aperti. Questo sarà il nostro albergo per la notte.
Dal tavolo dove abbiamo cenato si vede la cima.
Alle undici di notte la luna sorge dalla Slovenia. È luna piena. È bellissima.
L'Italia è ad un paio di chilometri, ma 800 metri di dislivello. Manca poco, domani sarò in patria.

Klagenfurt - Velden nel bosco 24 km

Il lago Wörthersee è bellissimo. Le montagne sono un contorno prefetto. Peccato che ci siano solo pochissimi angoli di spiaggia-prato non privati.
Dopo un po' il clima turistico e gli alberghi a 5 stelle mi stufano e diventa tutto quasi insopportabile.
Al momento giusto, cioè quando ci stiamo squagliando dal caldo, troviamo uno spazio aperto al pubblico e ci tuffiamo nell'acqua fresca del lago. Ah, che sollievo!
Arriviamo a Velden e l'aria del turismo per ricchi mi diventa insopportabile.
In fretta superiamo l'ultima città del lago e troviamo un posto per la tenda nel nostro amato bosco su del soffice muschio.
L'Italia è due giorni.

St. Kanzian - Klagenfurt 25 km

Si parte presto, ma fa già caldo. Seguiamo una monotona strada e per magia troviamo una bella e dritta, ma assolata, ciclabile tutta per noi seguendo le istruzione di una benevola cameriera bionda.
Tutto quasi dritto fino a Klagenfurt. Solo una tappa per una fresca radler, birra con succo di limone.
Giungiamo a Klagenfurt  col sole ancora alto e approfittiamo per tuffarci nel lago e rinfrescarci. L'acqua è celeste. Mai visto prima. È la prima volta che mi tuffo in un lago e dopo la camminata sotto il sole cocente, mi sembra la più bella nuotata della mia vita.
Alla sera andiamo in centro. La città e semi deserta. Si può camminare al centro della strada perché non passano auto. Finiamo per caso in uno dei posti più conosciuti, secondo le guide, Zum Agostinum dove producono la loro birra. La birreria si trova tra due strade collegate da un vicolo che si apre in un cortile interno affollatissimo e rumoroso, in forte contrasto con la quiete del resto della città. Ci sediamo al tavolo di un altro viaggiatore che si rivela essere un austriaco mezzo ceco che vive in Svizzera e che era andato a Praga dalla Svizzera durante la rivoluzione di velluto per aiutare la terra di suo nonno. Un tipo particolare.
Rientriamo in campeggio accompagnati da una scolaresca ubriaca che festeggiava la fine dell'anno scolastico cantando a squarciagola.
Domani si va dall'altra parte del lago. Oramai siamo vicini a casa e non mi rendo conto che in meno di 10 giorni farò il bagno nell'Adriatico.

Grieffen Berg - St. Kanzian 21 km

Attraverso il bosco scendiamo a Grieffen e ci beviamo un caffé sotto le rovine. Era da anni che lo volevo fare, da quando le avevo viste per la prima volta in treno verso Vienna pier la mia avventura erasmus.
Proseguiamo sotto il sole fino a Volksmart. Qui finiscono le mie mappe. In qualche modo arriveremo a Klagenfurt e al Wörtersee.
Fortunatamente ci sono dei campeggi e decidiamo di andare a St. Kanzian, curiosamente gemellato con San Canziano d'Isonzo, in riva al lago.
Il caldo è soffocante e gli ultimi 5 km sono un calvario anche perché scelgo la strada peggiore lungo la statale trafficata.
Al lago Laura si tuffa. Io guardo stanco e mi appisolo sull'erba.
Andiamo a fare un po' di spesa e in pochi minuti arriva il temporale. Aspettiamo che passi fuori dal supermercato seduti per terra al riparo bevendo birra.
Per fortuna ha rinfrescato e alla notte si riesce a dormire.

giovedì 14 luglio 2011

Prebl - St. Andrä - Griffen nel bosco 30,5 km

Sole e caldo. Ora troppo dopo tutto il grigio delle scorse settimane, ma va bene lo stesso.
Seguiamo la ciclabile lungo il Lavant e arriviamo dritti a St. Andrä. Tappa di pellegrinaggio ora deserta. L' unico posto aperto è un kebabbaro. Meglio di niente.
Tagliamo per i boschi e risaliamo una lunga strada piena di tornanti dove i motociclisti si divertono a prendere le curve strette.
Arriviamo in cima a Grieffen Berg esausti dopo l'intera giornata sotto il sole. Per fortuna c'è una birra fresca ad aspettarci. Forse la migliore birra bevuta finora, sicuramente la più meritata.
Cerchiamo il posto per la tenda e perdiamo il sentiero. Eh no ! Perdersi alla fine di una giornata cosí lunga non si può! Seguiamo l'istinto, cioè andiamo a caso, e scendiamo una ripidissima parte rischiando di lasciare in Austria le nostre caviglie. In qualche modo ne usciamo, e prima di trovare un posto in disparte e piano per la tenda vediamo dall'alto le  rovine del castello di Grieffen. Fantastico. La mia mente vola con i dragoni tra storie fantasy e battaglie del medioevo.
Mi addormenti che sono accerchiato da dieci guerrieri, ma so che posso batterli.

Weissenkirchen - Prebl sul campo da calcio 32 km

Il sole ci accompagna fin dal mattino.
Passiamo attraverso il bosco e quasi ci perdiamo come al solito.
Ci sono innumerevoli falegnamerie ed una in particolare sembra aver tagliato tutti gli alberi austriaci dalla quantità di legno che lavorava.
Ci addentriamo nel bosco in un interminabile saliscendi che taglia le gambe e, dopo pranzo, ne usciamo raggiungendo la strada principale.
Troviamo una via inaspettata. Una ciclabile che scende lungo io fiume che attraversa la valle. È alberata e lontana dal traffico. Perfetta.
Attraversiamo Reichenfels e una fisarmonica ci guida per le stradine deserte. Giriamo l'angolo e troviamo tutto il paese a bere birra alla sagra paesana. Ci uniamo anche noi e raccolgo espressioni increduli quando dico che siamo oltre la metà del nostro viaggio. Mi sento dire spesso doprattutto dai più anziani: Saluti ai viggiatori! Mi dona un immenso piacere e mi fa sentire vicino a casa.
È tardi e andiamo a Bad St. Leonard, un paese turistico e deserto. Lo lasciamo e ci scendiamo nuovamente nel bosco per raggiungere Prebl.
Lungo la interminabile salita un personaggio strano esce da una casa mentre facciamo sosta. Parla in modo strano e confuso. Rifiutiamo qualsiasi offerta, si sta facendo tardi.
Non si dovrebbe lasciare un gran premio della montana alla fine di una lunga giornata sotto il sole, ma è troppo tardi.
Arriviamo a Prebl a oltre 900 metri e la vista sulla valle è fantastica.
Dobbiamo ancora trovare un posto nascosto dove piantar la tenda. Troviamo il miglior posto al mondo: campo da calcio di una scuola chiusa con vista valle e tramonto.
È valsa la pena di venir fin quassù.

Ingering II - Zeltweg - Weissenkirchen 21 km

Scendiamo verso Zeltweg. Il panorama è monotono. Avanziamo e superiamo il circuito di F1.
Zeltweg è una delusione. Non c'è nulla di interessante e non troviamo nessuna gasthaus aperta. Pranziamo con un wurstel e ci beviamo un caffé in una delle pasticcerie che invece sono in soprannumero.
Continuano fino a Weisskirchen e troviamo uno strepitoso campeggio dove ci facciamo una doccia calda e ci abbuffiamo con la grigliata organizzata per gli ospiti, la maggior parte vecchiotti olandesi.
Per tutta la serata si ascolta musica austriaca, una decina di canzoni ripetute fino a fartele detestare.
Ma va bene cosí. Oggi ci si rilassa e ci si gode la tiepida serata.

Bergerhube - Kettentörl - Ingering II sulla pista da sci 23 km

Ci si sveglia presto oggi. Vogliamo essere sicuri di attraversare le montagne e scollinare con la luce.
La colazione è super abbondante. Proprio quello che cui vuole.
Ci incamminiamo alle 8 lasciando che i due austriaci pazzi partano prima di noi per le loro vette.
Le nostre partenze sono sempre lente. Non so perché ma si stenta sempre a fare il primo passo nei tempi che programmiamo. Ma si parte in ogni caso.
Il sentiero è ben segnato e vediamo delle mucche che mi sembra degli yak da quanto lungo hanno il pelo. Ci guardano bovini mentre passiamo.
Una parte del sentiero è piena di alberi caduti a tal punto che non si riconosce più da che parte andare.
Laura segue il suo istinto montagnino e si inerpica sulla montagna su un percorso impossibile. Io da figlio di pescatori e contadini non so da che parte andare. Faccio due passi e lo vedo lì, sulla destra, il nostro sentiero. Laura si arrampica e poi scende e mi segue.
Saliamo come al solito di buon passo e arriviamo allo scollinamento in anticipo.
Lo spettacolo è impressionante come sa esserlo solo un paesaggio alpino. Sotto di noi c'è la vallata di ieri chiusa da alte montagne. Dall'altra parte si vede una lunga valle verde che scende e un lago. La nostra meta.
Ci godiamo lo scenario in silenzio. Cosí si fa sui monti.
Scendiamo. La giornata è favolosa e c'è un leggero venticello che cl rinfresca. Avanziamo più velocemente del previsto tra i boschi di pino i prati verdi. Costeggiamo il ruscello dall' acqua limpida e riempiamo le bottiglie di freschezza montana.
Raggiungiamo il laghetto e  pranziamo coi panini, speck e formaggio. Siamo in anticipo sulla nostra tabella di marcia e decidiamo di scendere a fondo valle.
Arriviamo a Ingerin II. Il cielo si sta facendo sempre più cupo e andiamo a bere un caffé al bar di un impianto sciistico fermo per l'estate. Arriva il temporale. Appena finisce decidiamo di piantar la tenda. Dove? All'arrivo della pista da sci, dopo una montagnola in modo che nessuno ci veda.
Appena montata arriva un secondo temporale. E poi un terzo, un quarto. Cadono secchiate d' acqua e tuoni e lampi arrivano e cadono dappertutto. Se l'apocalisse arriverà sotto forma di temporale, allora io l'ho già vista. Incredibilmente la nostra tenda regge e ci protegge.
Quando passa il terribile tempo esco e guardo il cielo. Il sole si mostra all'orizzonte, è il tempo che verrà. In fondo, mentre si allontana vedo cosa è passato sopra la nostra testa: nero.
Stanotte dormirò su una pista da sci. Assurdo.

mercoledì 13 luglio 2011

Trieben - Bergerhube 16 km

Mi sveglio alla mattina e il tempo è ancora grigio. Non so se attraversare la montagna o prendere la strada più lunga. Con questo tempo in montagna non si va.
Aspetto che passi un po' il tempo. I panni lavati il giorno prima non sono ancora asciutti. Usciamo tardi e decidiamo per una seconda colazione al bar. Alle 11 il sole decide che è giunto il suo momento e si fa vedere. Decisione presa, si va verso Kettentorl a 1864 metri.
Facciamo la spesa perché il giorno dopo prevediamo di dormire ancora nei boschi. Se piove ancora butto via la tenda e dormo solo in albergo.
Saliamo per un sentiero ripido con alla destra degli alberi caduti sotto il terreno franato e a sinistra il torrente di acqua limpida.
Superati 500 metri ci fermiamo ad una gasthaus a mangiare. Ce l'avevano consigliato già tre persone tra cui una giovane austriaca appassionata di sport estremi. Ed è tutto buono. Io mangio degli spatzle al formaggio e Laura tripudia con un cordon bleu al formaggio e speck.
Ora proseguiamo per 8 km lungo una verdissima vallata illuminata da un sole benevolo.
Arriviamo al Burgerhube, il rifugio dove dormiremo stanotte in pieno pomeriggio. È tardi per continuare.
Gli unici altri ospiti sono due signori austriaci più pazzi di noi. Stanno attraversando l'Austria da est a ovest lungo la via 02, cioè 1200 km con diverse vette sopra i 2000 metri. Viaggiano senza tenda e hanno due zaini da 18 kg. Mi chiedo se per averli cosí pesanti portino con sé dei mattoni. Neanche il mio zaino per un anno e mezzo in giro pier Asia e Africa era cosí pesante.
Facciamo una cena pantagruelica con zuppa, lasagne, lasagne e grappino e poi tutti a nanna nella stanza da cinque occupata solo da me e Laura.
Anche stanotte si dorme su un letto, che non diventi un' abitudine!

venerdì 8 luglio 2011

Buchau (St. Gallen) - Admont - Trieben 28 km

Il tempo non può fare altro che migliorare... Infatti ci svegliamo col cielo grigio che promette pioggia.
Prendiamo la strada del bosco e poi la statale fino ad Admont, perché non ho le mappe a causa del cambio di rotta. La strada non è trafficata, ma il cielo grigio la rende odiosa.
Vediamo Admont dall'alto e tagliamo per un paesino e poi lungo il fiume. Pranziamo e proseguiamo per Trieben, la nostra meta di oggi.
Davanti a noi ci sono 600 metri di dislivello in un paio di km su una bella strada alberata piena di tornanti. Solo che arriva la pioggia e non ci sono ripari. Aspettare sotto agli alberi è inutile, ci si lava lo stesso.
Avanziamo sotto il diluvio e vediamo il primo ristorante dopo due ore di cammino. È la nostra oasi di salvezza. Nessun caffé al mondo è buono quanto questo.
Di dormire in tenda oggi non se ne parla. E per la prima volta in 2 settimane e mezzo dormiamo in una stanza. Troviamo un affittacamere che ci lascia le chiavi perché il giorno dopo devono partire presto. Facciamo a gara a chi va sotto la doccia calda e poi a letto.
Ho imparato una cosa importante oggi, non credere alle previsioni del tempo in Austria.

Grosse Klaus hutte - Buchau (St. Gallen) 29 km

Ho fatto brutti sogni nel bosco. Prima di addormentarci abbiamo sentito un cane abbaiare dove non dovrebbe esserci anima viva. Ho pensato a dei cani randagi e ogni rumore nel cuore della notte alimentava i miei incubi.
Mi sveglio e, ovviamente, piove, ma ora non ci faccio più caso.
Aspettiamo un po' e riprendiamo il nostro viaggio lungo il fiume nella valle. Passiamo sotto a sei o sette gallerie che si illuminano al nostro passaggio grazie a dei sensori. Qui in mezzo al nulla trovo tecnologia verde.
Giungiamo ad un bivacco e mangiamo un pianino.
La strada ora sale ed è aperta alle auto, ma non incrociamo nessuno. Almeno questo è il vantaggio del brutto tempo.
Giungiamo a Unterlaussa e tutto e chiuso. Pranziamo con le nostre provviste nei pressi di una chiesa davanti al monumento ai caduti in guerra, durante le due guerre mondiali. Anche se erano i "cattivi" hanno il diritto di piangere i propri cari  spesso mandati al fronte costretti e ingannati.
L' ultimo pezzo per St. Gallen sale nel bosco e il sole viene finalmente a trovarci. Da adesso dovrebbe solo migliorare, continua a dirci la gente. Atto di fede, gli credo.
Immergiamo i piedi nelle gelide acqua di un ruscello e scendiamo l' ultimo tratto fino in città. Prendo due birre al supermercato e ce le beviamo in piazza sotto il caldo sole.
Chiedo informazioni per i prossimi giorni. Visto che voglio salire in montagna vorrei sapere se il tempo sarà bello, altrimenti prendo una via alternativa. Il tempo non farà altro che migliorare, mi continuano a dire. Non c'è una nuvola in cielo, meglio di cosí non si può.
Lasciano la città in cerca di un posto dove piantar la tenda. Al limitare dei boschi troviamo un allevamento di trote con annesso ristorante. Guardo le trote e l'appettito sale.  So cosa voglio per cena. Ordino una squisita trota al forno mentre Laura opta per un cordon bleu ai funghi, ottimo pure quello. Concludiamo con un grappino all'albiccocca raccomandato dalla padrona. Ci fermiamo a chiacchierare con lei che ci offre il divano del ristorante nel caso non troviamo un posto per la tenda. Lo troviamo a 50 metri dietro una fila di alberi.
Il cielo è stellato. La scelta della direzione sembra giusta. Buonanotte.

Losenstein - Grosse Klaus hutte 21 km

Stamattina facciamo una abbondante colazione nella gasthaus della nonnina. Tutti sono ancora più disponibili di ieri se possibile, e il marito ci da ulteriori input per il nostro tragitto, facendoci cambiare ancora la nostra via.
Hanno previsto brutto tempo, ma che faccio? Aspetto fino a che non arriva il sole? Potrei star fermo un mese. È estate, ma sembra che nessuno abbia avvertito le stagioni che quella bella debba arrivare anche qui in Europa Centrale.
Ci incamminiamo in una valle verde lungo il fiume. Dopo qualche km la strada diviene interdetta al traffico. C'è spazio solo per noi e le biciclette. In realtà lungo il bellissimo percorso ci siamo solo noi e due ciclisti cechi che riconosco dal loro Ahoj. Il brutto tempo ha tenuto lontano tutti. La strada e la vallata è nostra. A tal punto che il rifugio sul quale contavamo per l'ospitalità è chiuso.
Al rifugio c'è una terrazza coperta in legno. Piantiamo la tenda lì sotto, fissando i picchetti tra le assi del pavimento.
La notte scende sulla valle che oggi è solo nostra.

Styer - Losenstein 22 km

Il primo paesino della giornata doveva essere St. Ulrich e lì ci siamo diretti. Purtroppo, come al solito, prendiamo la direzione sbagliata seppur non lontana da dove vogliamo andare.
Comincia a piovere, tanto per cambiare. Mi scappa di andare in mezzo al bosco e quando torno trovo Laura che chiacchiera con un uomo in una skoda. Mi chiedo come mai si sia fermato. Forse perché ha visto una bella ragazza in pantaloncini corti da sola lungo la strada? E invece no. È uno che viaggia molto e ci invita per un caffé a casa sua poco lontano. Perché no? Parliamo dei suoi viaggi e della nostra camminata. La casa è piena di foto delle sue escursioni con la moglie. Ci dà dei consigli sul tragitto, cosa che ci fa cambiare i nostri piani. Arriva pure il figlio, assistente universitario.
Proseguiamo il cammino tra i boschi e la pioggia. Troviamo una coppia che porta in giro il figlio, e il marito ci dà il numero di telefono del rifugio gestito da un amico e ci indica la strada. Inizialmente pensava fossimo dei pellegrini diretti a Mariazell. Apparentemente i pellegrinaggi si sprecano in Austria.
Avanziamo e sbagliamo strada. Un contadino ci indica di tagliare per il suo prato e cosí scendiamo sul verde ripido e scivoloso.
Dopo aver pranzato con knodel al forno e spatzle agli spinaci ci arrampichiamo su un sentiero che attraversa il bosco e che forse aveva visto l'ultimo escursionista quando io usavo il mangianastri. La vista della strada è una visione che ci porta a Losenstein.
Sorpresa! Il campeggio non c'è, nemmeno qui. Comincio a pensare che qualcuno ce l'ha con me.
Entro in una gasthaus e esco con un invito a piantare la tenda nel loro giardino. I gestori sono di una gentilezza e ospitalità unica, e la nonnina che gira per i tavoli assicurandosi che tutto sia a posto, è semplicemente adorabile, la terza nonna che tutti vorrebbero avere.
Alla sera ci raggiunge Blanka e passiamo la serata in allegria, delusi dal solito pessimo tempo, ma felici per le persone fantastiche che abbiamo incontrato.

Linz - Styer 42 km

La mia incompetenza tecnologica ha cancellato il messaggio di oggi. Riscriverlo? Ci avete mai provato? La frustrazione raddoppierebbe.
In breve abbiamo percorso per 42 km. Visto il bel centro religioso di St. Florian. Persi e ricondotti sulla retta via da una signora dalla voce squillante in una Tigra cabrio rossa. Oltrepassato un ponte di una autostrada. Trovato ad istinto il paese che volevamo sotto la pioggia. Bevuto un caffé caldo in una macelleria. Incontrato dei ciclisti italiani di cui uno vestito in blu fastidio con occhiali a specchio. Oltrepassato una chiusa scavalcando le recinzioni come ladri. Camminato su una strada con auto a pochi cm da noi. Scoperto che il campeggio indicato nella cartina non esiste. Camminato per un'ora inutilmente seguendo le indicazioni sbagliate di alcuni vecchietti. Trovato un angelo biondo che ci ha accompagnato al campeggio. Scoperto che le cucine erano chiuse e cenato con due toast secchi. Montato la tenda stremato.
E nonostante tutto sono andato a letto soddisfatto del progresso ed entusiasta della doccia calda.

Untergegen bosco - Linz 15 km

Stanotte ho dormito come un ghiro anche se la tenda era piantata sulle radici. Ero stanchissimo.
La giornata comincia con la spesa al Nass und Frish. Non riusciamo a berci un caffé perché i bar del paese sono ancora chiusi.
Ci arrampichiamo su per il monte coperto da prati e boschi. 400 metri di dislivello alla mattina sono una buona sveglia.
Proseguiamo tra i boschi salendo e scendendo. I sentieri sono ben segnati e costellati da altarini e crocifissi come nella bassa Boemia.
Di tanto in tanto Laura si ferma a raccogliere lamponi e ad assaggiar ciliege. Buone!
Attraversando un campo sentiamo della musica. Cerchiamo da dove proviene, ma non riusciamo a capirne la provenienza. C'è solo un albero con una scala e un casolare lontano. Ci avviciniamo all' albero e la musica si fa più intensa. Proviene da lì. Su quel ciliegio qualcuno aveva avuto la bizzara idea di mettere un altoparlante e collegarci la radio, mah...
Saliamo fino ad oltre 900 e cominciamo a scendere verso Linz. Salire per poi scendere, cosí va in Austria.
Giungiamo a Linz avendo fatto tutta una tirata e ci fermiamo al primo ristorante. Crema ai funghi con knodel e una cotoletta. Buone!
Sfodero il meglio del mio tedesco chiedendo informazioni su ostelli, campeggi e dove acquistare le mappe per il proseguio del viaggio. Tutti ci aiutano e un signore sulla cinquantina si offre di portarci al campeggio.
Al campeggio c'è un laghetto pieno di gente attirata dalla giornata calda e soleggiata. C'è tutto. Prato, alberi, chioschetto per la birra e panini, laghetto con piattaforma al centro e anche acqua gelata e anatre. Laura non resiste e fa il bagno, io invece le anatre preferisco vederle su un piatto cotte al forno.
In campeggio conosciamo due tedeschi che hanno girato in bicicletta l' intera America con i loro due cani. E proprio vero che quando pensi di fare qualcosa di diverso e unico, incontri sempre gente più pazza di te.
Domani si riposa, o meglio, curo le vesciche e vado a comperare le mappe. Le stenderò sul pavimento della cucina, aprendole tutte per decidere la strada migliore cure evita i 2000 metri.

giovedì 30 giugno 2011

Frymburk - Austria - Untergegen bosco 36,5 km

Due chilometri e siamo in paese. Dobbiamo attraversare i 50 metri che ci separano dalla parte opposts del lago e lo facciamo in traghetto. D' inverno quando ghiaccia ci passano sopra le auto, noi invece siamo su un traghetto in compagnia di alcuni ragazzi guidati dal professore che fa le foto in modo da inserire anche Laura. Io invece vengo ignorato, chissà perché.
Raggiungiamo il confine velocemente. Incrociamo alcuni ciclisti. Pochi sono gli escursionisti che abbiamo visto per i sentieri cechi. Penso che abbiamo seguito i meno battuti ed è meglio cosí.
Il confine di Shenghen è un cartello. Foto di rito sotto il sole cocente e via, dentro l'Austria.
Il Paese appare subito diverso. Case più ricche e curate, tutto sembra più curato, niente fuori posto, persino i boschi. Noto molti più campi e poca ombra sui sentieri.
Le indicazioni sono diverse e ci vuole un po' per abituarcisi, ma capito il meccanismo ho l' impressione che qualsiasi strada io intraprenda sia quella corretta. Insomma mi va di culo ogni svolta.
Al primo villaggio ci fermiamo a mangiare. Arriva un piatto enorme di maiale e uno di spatzle. Quantità pantagrueliche. Al ristorante ho il primo shock austriaco, o meglio, dell'euro: il conto. Paghiamo non tanto, ma venendo dalla Repubblica Ceca e dal Sudest asiatico temo mi ci vorrà un po' ad abituarmi.
Il pasto ci ha messo KO. Ci addormentiamo all' ombra degli alberi dietro la chiesa. In realtà tutto il viaggio fino ad ora è stata una scoperta di sapori e un' abbuffata.
Attraversiamo campi infiniti e incontriamo ciclisti e abitanti che ci salutano cordialmente. Ad Oberneukirchen facciamo pausa birra. Entro in un supermercato e scopro che non tutto è caro. Faccio un test al mio tedesco. Parlo con una commessa che prende per me le birre più fresche e scambio due parole col manager che mi da del pazzo mentre sorride. Porto le bevande fresche alla mia compagna d' avventura, più pazza di me e ci rilassiamo all' ombra dopo aver camminato per lunga parte della giornata sotto il sole. Laura ha il grazioso volto color bordeaux e io lo stesso.
Continuiamo. Poco primo di scendere ad Untergeng vediamo Linz a 20km e dietro... le Alpi.
Rimango senza fiato, non tanto per il fantastico scenario, e nemmeno per il fatto che abbiamo camminato per 25km tra saliscendi assolati, rimango senza fiato perché le Alpi sono alte anche da lontano a 700 metri! Insomma mi cago sotto e i dubbi mi assalagono nuovamente.
Ma non c'è tempo, avanti.
Arriviamo ad Untergeng stanchissimi. Guardiamo la salita davanti a noi e simultaneamente decidiamo che è giunto il momento di piantar la tenda nel boschetto alla nostra destra.
Sulle radici la stanchezza ci fa dormire da dio. Domani Linz, poi le Alpi...

Cesky Krumulov - Frymburg 25 km

Oggi andiamo al lago di Lipno. Sarà un percorso dritto verso sud-ovest e passeremo pochi villaggi, perciò ci prendiamo pane salame e formaggio.
Finalmente il sole si fa vedere e già rimpiangiamo il fresco del cielo nuvoloso. Però almeno le foto dovrebbero avere anche un po' di azzurro oltre che il solito grigio e verde.
Oltrepassiamo il castello e il bel giardino e ci addentriamo nel bosco. Il sentiero si dimostra più ostico del previsto. Alcune indicazioni sono nascoste dai rami e dalla vegetazione cresciuta troppo in fretta. Questo è il percorso del sentiero europeo E10, ma sembra che nessun europeo lo usi. Avanziamo a colpi di machete e ad un certo punto il sentiero sparisce perché gli alberi davanti a noi sono stati tagliati e con loro i segni. Avanziamo tra formicai e tronchi e miracolosamente ritroviamo il sentiero.
Ora proseguiamo sui prati e sull'erba alta ricoprendoci di anti zecche, zanzare, mosche e qualsiasi altra cosa voli o cammini. Doveva essere una passeggiata e invece facciamo fatica ad andare avanti.
Finalmente Sokolov. Da questo villaggio, dove un bassotto ci abbaia contro furiosamente e in modo patetico, il percorso diventa ondulato gentilmente e semplice da seguire.
Ci fermiamo a mangiare pane e salame a Svetlik. Festeggiamo con una fetta di anguria e un caffé turco. Ora sorridiamo.
Poco dopo il villaggio, oltre la chiesa che si vede da lontano, troviamo un campo di pannelli solari. Temelin ed energia alternativa, bravi questi cechi.
Divoriamo la strada. Abbiamo un buon passo e giungiamo al campeggio di Frymburg, lungo il lago con il sole ancora alto.
Fa caldo e tento di immergermi. Errore. L' acqua è gelida e fangosa.
L' ultima cena in Repubblica Ceca. Oggi è l' ultima cena. Cerco una bettola, ma non ce ne sono in questa località turistica. Optiamo per una pizza enorme e buona se non fosse per la quantità assurda di aglio. Mi dimentico sempre quanto piaccia l' aglio da queste parti. Se potessero credo che lo metterebbero pure nei dolci.
Alla notte faccio sogni strani e mi chiedo perché.
Domani Austria!

martedì 28 giugno 2011

Netolice - Klet - Cesky Krumulov 36,5 km

Pronti? Via!
Siamo partiti dopo un'abbondante colazione con i viveri per il pranzo e la sera nel bosco. La mia cartina non indicava nessun ristorante lungo la strada e troppe volte abbiamo trovato osterie chiuse.
Il cielo è grigio e fresco. Buono per la camminata. Pessimo per le foto.
Speriamo di slancio il primo bosco dopo una ciclabile e ci sentiamo bene. I piedi vanno nonostante i dolori, basta scaldarli un po'.
Arrivati in cima al primo monte vediamo la valle verdissima circondata da monti e boschi. Sotto c'è Brloh e la nostra sosta per il pranzo. Davanti a noi si vede appena l'antenna del monte Klet. Hm, non sembra cosí lontano come nella cartina.
Scendiamo al paese per mangiare e incredibilmente troviamo qualcosa di aperto.
Ripartiamo carichi. Dentro di noi cresce l' idea di andare fino a cesky krumulov se le gambe e soprattutto i piedi sono d'accordo. E sembrano esserlo.
Avanziamo incredibilmente veloci in salita. Decidiamo di salire all' osservatorio di Klet fino all'antenna. Si sale e siamo motivati. Ci supportiamo a vicenda e parliamo di tutto. Non mi aspettavo di andare cosí d' accordo con la mia compagna di viaggio. Di solito durante le escursioni mi ritiro nei miei pensieri e invece fino ad ora non parliamo solo quando non affrontiamo una salita.
Salendo fino al Klet rivedo la bellissima centrale nucleare di Temelin con le nuvole bianche che salgono dalle tre enormi ciminiere. Fantastico... Hm, forse no.
In cima al Klet ci meritiamo una birra per festeggiare.
Ma non era finita. Prendiamo la pazza decisione di copriregli ultimi 8 km fino a Cesky Krumulov. Lì c'è lo Sgropin Party, organizzato da amici veneti che vivono a Praga.
E allora giù di corsa. Chiamo Davide, Mr Pivo. Sto per arrivare! Lui è venuto in bicicletta. Pazzo pure lui.
Arriviamo e un'incredibile coincidenza ci fa incrociare nelle calli strette del centro storico con Achille e Ulrico appena arrivati.
Li seguiamo lungo la Moldava. Piantiamo la tenda nel giardino, la betoniera comincia a girare con lo sgropin, la gente ci prende per pazzi e ci incoraggia, gli Yogurt suonano vecchie canzoni italiane e noi, dopo 36km di montagna e con le vesciche ai piedi, balliamo. Sarà l'effetto dello sgropin veneto nella betoniera.
Che giornata! Indimenticabile.

lunedì 27 giugno 2011

Vodnany - Netolice 19 km

Oggi tappa breve. Primo perché siamo stanchi e un po' giù di morale dopo la giornata di ieri, secondo perché ho delle fastidiose vesciche ai piedi, terzo domani faremo un altro tappone.
Al bar del campeggio incontriamo alcuni signori sulla cinquantina che si preparavano alla loro gita in bicicletta. Ci scambiano come al solito per tedeschi e rimangono scioccati nell'apprendere il nostro tragitto. Con ammirazione ci salutano e incoraggiano. Il mio ego si nutre allegramente.
Lasciamo il campeggio e a Vodnany ci beviamo un buon caffé e mi mangio un bombolone alla nutella. Squisito.
Troviamo facilmente il sentiero che ci porta attraverso i boschi ben curati. Incrociamo un gregge di bambini con due maestre pastore. Ci indicano un passaggio attraverso l'arco di una casa e continuiamo per il bosco.
Ad un tratto il panico mi coglie. Dov'è il capellino? Smarrito. Deve essere lungo il sentiero. Mollo tutto e torno sui miei passi. Dopo cento metri vedo un gruppetto di ciclisti in affano. Sono quelli del campeggio. Senza che io chieda niente mi dicono che hanno visto il mio capellino 200 metri indietro.
Lo trovo tra due pozzanghere, ancora pulito.
Vado a recuperare Laura che mi aspetta seduta sullo zaino.
Arriviamo alla chiesa di Lomec e ritroviamo i nostri amici su due ruote.
La cappella circolare è una sorpresa. Riccamente decorata è uno splendore. C'è pure un altare per le messe all' esterno.
Proseguiamo ed evitiamo la pioggia fuori dal bosco.
Giungiamo a Netolice e ci abbuffiamo mentre piove. Un paio di personaggi strani si fanno notare. Uno ha dei pantaloni e la maglia due taglie più piccole e sale su una vecchia skoda color verde fastidio, ma col tettuccio apribile. Un altro è un vecchietto con barba bianca che indossa una canotta nera dalla quale esce una pancia simile ad un fusto di birra.
Troviamo il nostro campeggio e passiamo il resto della giornata a riposare e bere. Domani ho in programma di dormire nei boschi vicino a Cesky Krumulov ed evitare le vette.

domenica 26 giugno 2011

Plynova lauka pres Otau - Vodnany 32 km

Dopo la tappa breve di ieri, oggi testeremo i nostri piedi camminando per oltre 30 km.
Ho un paio di vesciche, ma una volta in marcia non fanno poi tanto male. Speriamo non mi impediscano la lunga marcia di oggi.
Partiamo presto e il bel tempo ci accompagna. I primi cinque km sono piacevoli. Costeggiamo la Otava fino a Pisek.
Il fiume è lo specchio delle case in legno. Incrociamo un paio di persone che corrono e alcuni anziani che passeggiano.
I primi condomini popolari ci dicono che stiamo entrando in città, la prima di questo viaggio. Troviamo un supermercato e finalmente posso fare una spesa decente per il cammino. Entro e non posso resistere a due krapfen alla marmellata. Ah! Le prime pastine per colazione dopo molto tempo.
In piazza a Pisek completo la seconda colazione dopo quella del campeggio con un cappuccino in piazza, nel bel centro del paese. I palazzi, le case del centro, la cura delle strade mi sorprendono. Sotto il ponte sull'Otava ci sono alcune costruzioni in sabbia raffiguranti dei cortigiani. Non capisco come sia possibile che non si siano disintegrate dopo il diluvio universale di ieri. Che sia piovuto solo su di noi? Oggi il sole splende, ma non c'è stato giorno in cui non abbia piovuto da quando siamo in marcia.
Per lasciare Pisek devi chiedere informazioni in ceco e mi stupisco di quanto riesca a comunicare con le quattro parole che ho imparato due anni fa. Bastano e ci hanno aiutato molto. Riuscire a spiegare che non siamo tedeschi e che sto andando a piedi a casa aiuta.
Usciamo da Pisek, ci aspettano 25 km.
Nei villaggi che attraversiamo tutto è chiuso. Sembrano posti da Resident Evil. Mangiamo sul prato davanti ad una chiesa maledicendo l' unica hospoda del villaggio che è chiusa.
Per accorciare il tragitto avevamo scelto di seguire delle piste ciclabili anziché i sentieri boscosi limitando cosí l' ineluttabile, cioè perdersi.
Le strade comunali che tagliano i campi sono poco trafficate e qualche albero ci protegge dal sole. Poco dopo aver pranzato il sole ci saluta e arrivano le solite nuvole grigie che promettono l' immancabile pioggia giornaliera sulle nostre teste.
Piove mentre siamo allo scoperto,ovvio. In lontananza vediamo un' enorme colonna di fumo grigio come le nuvole che si eleva dalla centrale nucleare di Temelin. È uno spettacolo surreale camminare nella natura per giorni e vedere in mezzo al verde accesso della campagna fiorente della Boemia del sud un reattore nucleare. C'è qualcosa che stona nel quadro.
Poco prima di entrare nell' ultimo boschetto assistiamo ad un incidente per fortuna senza conseguenze. Un' auto guidata da una giovane coppia prende una curva troppo larga e veloce. L' asfalto nuovo e bagnato non aiuta. Escono di strada estirpando un bel po' di piante di colza. Ci fermiamo ad aiutare, ma riescono ad uscire dal campo senza spinte.
Continuiamo in direzione campeggio, ma sono scioccato e non riesco a togliermi l' incidente dalla testa.
La pioggia non smette e la stanchezza aumenta. Il morale scende sotto ai tacchi. Sembra di aver camminato all' infinito e gioiamo alla vista del campeggio, la nostra oasi. Guardiamo l' orologio. Sono appena le 5.30, ma a noi sembra sera tardi siccome non si vedeva la luce del sole da ore.
Siamo stanchissimi e giù di morale. Stanotte si dorme in un bungaloo molto economico, all' asciutto e finalmente su un letto anziché in tenda.
Uff... Domani tappa breve e non potrà che essere meglio di questa.

giovedì 23 giugno 2011

Nevezice nel bosco - Plynova lauka pres Otavu 22 km

Oggi decidiamo per una tappa più breve. Percorreremo delle ciclabili per tagliare e per evitare dei boschi. Dopo la tratta di ieri vorrei evitare di dover cercare il sentiero tra i boschi ad ogni bivio.
Non abbiamo molto per colazione e contiamo di far un super pranzo.
La giornata è bella e la passeggiata piacevole. L'incazzatura del giorno precedente è passata, ora puntiamo ad abbuffarci di cucina locale. Ed invece una brutta sorpresa ci aspetta. Nessuna osteria è aperta nei villaggi dove passiamo. Tutto è desolante e pure i negozi sono chiusi. Chiedo ad un giovane informazioni, ma lui aumenta solo il nostro sconforto. Tutto chiuso, ripete, aprono fra due ore. Non possiamo aspettare cosí a lungo.
Leggo lo sconforto negli occhi di Laura. Temo per la mia incolumità.
Ci alziamo. Non c'è altro da fare che andare.
Un miraggio ci aspettadietro l' angolo. No, non è un miraggio, è tutto vero. Un negozio di generi alimentari è aperto e ha pure una panchina all' aperto. Pane e salame non sono mai stati cosí buoni. C'è pure un barbiere, ma purtroppo non ne ho bisogno.
Chiacchiero con la famigliola del negozio. Ci prendono per pazzi come fan tutte le persone che ho incontrato per strada, ma poi ci incoraggiano fornendoci informazioni e ci augurano buon viaggio.
Proseguiamo e raggiungiamo il campeggio libero a 5 km da Pisek.
Il tempo è bello e andiamo a mettere i piedi nell'acqua gelata e di color marrone dell'Otava, affluente della Moldava che ha preso il posto di quest'ultima come fiume guida.
Laura addirittura si tuffa. È più ceca dei cechi.
Facciamo a tempo a cenare al ristorantino del campeggio con carne alla griglia che un temporale si scatena sopra le nostre teste.
Il saggio del ristorante, davanti a due birre sostiene che tuonerá solamente, ma non pioverà. Dopo dieci minuti si scatena l' inferno. Vengon giù secchiate d' acqua e temo per la tenda.
Pianifichiamo i giorni seguenti e mi accorgo di aver perso il conto di quelli precedenti. I ricordi e le esperienze si accavallano e non distinguo più il ieri dall' oggi. Cinque giorni di marcia e ho già perso contatto con il solito mondo di prima e con i suoi tempi. Va benissimo cosí.
Torniamo alla tenda. È in piedi e asciutta, grande Quechua!

Trhovky - Nevezice da qualche parte nel bosco 32 km

Inferno. Un passaggio della nostra camminata si chiama inferno, a ragione.
Oggi doveva essere una giornata di boschi, ma non avevo programmato di passarci cosí tanto tempo.
Alla mattina partiamo senza caffé perché il negozietto del campeggio non voleva aprire. Nel primo bosco perdiamo il sentiero, ma in qualche modo lo ritroviamo e raggiungiamo Kostelec nad Vlatavou con un buon passo superando il bosco e campi infiniti e verdi.
L'hospoda, osteria, vicino alla chiesa stava per chiudere e non serviva più pranzi. Spiego alla padrona che siamo due sfigati che arrivano da Praga a piedi e che siamo affamati. Sparisce in cucina con la mia mappa e ritorna offrendoci carne di maiale, purè e birra. Fantastico.
Riprendiamo il cammino rigenerati e passiamo il ponte per la sponda orientale della moldava vicino ad Orlik.
Sotto il ponte comincia un bel sentiero segnato approssimativamente, ma la gamba è buona e la giornata piacevole.
Il sentiero scende fino a toccare il fiume. Non resistiamo. Ci togliamo le scarpe e mettiamo i piedi in acqua. È piacevolmente gelida e ha un colore verdino.
È giunto il momento di tornare sul sentiero principale, ma perdiamo il segno.
Siamo vicini a Peklo, l' inferno. Giriamo a destra poi a sinistra. Cerchiamo la traccia, ma nulla. Nel mezzo del cammin ci ritrovammo per una selva scura che la diritta via era smarrita. Persi.
Di tornare sui propri passi e ammettere la sconfitta non se ne parla e proseguiamo a intuito. Grazie ad esso camminiamo inutilmente per circa 8km.
Quando il morale stava diventando sconforto eccola, l' apparizione, la traccia rossa!
Usciamo dall' inferno anche grazie ad un angelo sessantenne che ci indica la via breve per il paese, Nevezice.
Ceniamo con salsiccia e formaggio e ci dirigiamo verso il bosco per la notte.
Ma non è giornata. Manchiamo l' indicazione di voltare per un sentiero stretto nascosto dall'erba. Un' altra volta strada sbagliata. Decidiamo di piantar la tenda. Siamo stanchi e frustrati per le innumerevoli volte che abbiamo sbagliato, ma non riuscirei a dormire se non trovassi il sentiero corretto.
Torniamo sui nostri passi e lo vediamo. Incazzati, ma almeno tranquillizzati da quella vista, piantiamo la tenda che fa quasi buio.
Esausti crolliamo. Il percorso è stato bello, ma "un po'" troppo lungo... 32km.

mercoledì 22 giugno 2011

Bosco di Nečin - Trhovky 27 km

Oggi abbiamo raggiunto la Moldava. Ci siamo svegliati alle 8 e camminando per il bosco e attraverso i campi abbiamo raggiunto il sentiero.
Nel primo paesuno c' era un negozio di generi alimentari praticamente vuoto e abbiamo continuato per il ponte sulla Moldava senza preoccuparci degli approvvigionamenti. La vista dal ponte sul fiume è incredibile. Il fiume scorre costeggiato da folti boschi.
La Boemia mi sta sorprendendo per il suo verde. Rimpiango non averla esplorata prima.
Dopo il ponte abbiamo perso il sentiero, ma per fortuna una signora con un cane tascabile ci è venuta in soccorso indicandoci la strada.
Un qualche modo riusciamo a raggiungere un secondo ponte e a trovare un hospoda aperta. L' unico pasto disponibile era il mio preferito: smazeny syr, formaggio fritto con almeno un chilo di patate lesse.
Appesantiti, ma soddisfatti, riprendiamo il cammino lungo la traccia rossa ad est del fiume.
La strada bellissima in mezzo al bosco ci offriva della vista fantastiche sulla Moldava. L' odore dei pini a tratti era intenso. Laura si è fermata ad annusare la corteccia e mi invita a farlo. Eseguo ed un mondo di aromi mi pervade i sensi. Non avevo mai odorato una corteccia. Perché farlo? Ora lo so. Forse sarei dovuto nascere nei pressi di una montagna.
Il percorso,per quanto bello, è duro. La salita finale sembra infinta.
Ad attenderci alla fine c'è una vista mozzafiato, un gregge di capre bianche e una panchina solitaria sotto ad un albero.
Riprendiamo il cammino in discesa fino al campeggio e, ovviamente piove.
Appena smette piantiamo la tenda e ci facciamo una doccia calda e laviamo la biancheria.
Ceniamo con un gulas e pianifichiamo il prossimo giorno di marcia. Funziona cosi. Di decide la tappa del giorno seguente di volta in volta.
Al ristorante la cameriera parla italiano cosi non serve che io traduca il menù, anche se Laura già capisce le parole chiave, principalmente le parolacce e il menù.
Domani tappa lunga.

lunedì 20 giugno 2011

Treban-Necin-da qualche parte nel bosco 37km

Il bosco di fronte alla nostra tenda è illuminato dalle lucciole. Sono seduto sull' erba da qualche parte fuori sentiero dove abbiamo trovato riparo alle 21.30.
oggi abbiamo camminato per 37km senza contare le due volte che ho sbagliato strada, molto meglio di quanto sperassi.
Con Laura va benissimo. Abbiamo lo stesso passo e gli stessi tempi di sosta, solo che io bevo più birra.
Alle undici abbiamo raggiunto Katyn per mangiare, ma le due hospode erano chiuse. Abbiamo continuato per vozinice e appena fuori dal bosco a due km dal paese ho potuto guardare oltre gli alberi. Un temporale è piombato su di noi all' improvviso. ci siamo rifugiati sotto agli alberi scampando all'acquazzone per un pelo. La pioggia ha dettato i ritmi della giornata.
L'appetito cresceva e ho divorato un piatto di gulas accompagnato da della birra.
Ripresa la marcia abbiamo camminato veloci ricaricati dal succulento pasto raggiungendo strz e il museo di karel capek. Un caffè turco non poteva mancare e ci diede energia per continuare.
Volevo fermarmi al prossimo villaggio, ma la gamba non era stanca e abbiamo tirato dritti verso necin.
Arrivati in paese alle 19 siamo andati all' unico ristorante aperto. Il menù mi ha inviato a ordinare un buonissima carpa dello chef. Birra e slivovice hanno innaffiato l'eccellente e meritato pasto.
Abbiamo calcolato la distanza percorsa: 35km. Un brindisi a noi.
Pochi dolori ai muscoli. Uno in particolare il peroneo. Un muscolo che non sapevo esistesse nel corpo umano e che Laura mi ha rivelato.
Usciti soddisfatti dal ristorante abbiamo camminato mentre il buio prendeva il posto della luce, ovvamente sbagliando strada, prima di trovare uno spazio perfetto per la nostra tenda.
Ora le lucciole fanno il loro spettacolo davanti e intorno a noi.
E' stata una lunga dura giornata, ma fantastica, indimenticabile.
Domani vedermo la moldava.

sabato 18 giugno 2011

Praga-Karlstejn-Treban 20,5 km

Siamo partiti in 8. Laura (l' anarchica della pallavolo), Lorenzo, Misha, BD1, l'Elfo, Andrea (non io, un omonimo torinese), Marcela e un viaggiatore impreparato, cioè io. Il Conte si é inventato una scusa assurda e si é presentato direttamente a Karkstejn.
L' inizio non é stato dei migliori. Una volta giunti a Praga Radotin ha cominciato a piovere.
Ci siamo bevuti un caffè e abbiamo aspettato inutilmente che la pioggia smettesse.
Una locomotiva d'altri tempi é passata per la stazione e poi abbiamo deciso di incamminarci anche se continuava a piovere leggermente.
Dovevo guidare il gruppo ma non avevo la più pallida idea di dove cominciasse il percorso.
Girai a destra della stazione e fortunatamente dopo un po' trovai le indicazioni per il sentiero rosso da seguire.
La prima tratta é stata ignominiosamente lenta. Tre ore per fare sei km...
Ci siamo fermati in un osteria con pelli di cinghiale appese alla parete assieme a quadri di Stalin, Lenin, Hasek e ad una bandiera confederata.
Dopo un ricco pranzo e due birre abbiamo proseguito il cammino a passo più spedito nonostante la pioggia e il sentiero fangoso. Gli alberi del bosco ci hanno offerto un po' di protezione e reso piacevole il percorso.
Siamo arrivati a Karlstejn dopo qualche ora e dopo un birra ci siamo salutati.
Io e Laura abbiamo continuato fino a Treban attraverso il bosco cercando il campeggio.
Non mi abituerò mai al customer service dei cechi. L'uomo alla reception inizialmente mi trattò malissimo. Già so che a volte i cechi sono scorbutici, ma non lo fanno con cattiveria.Infatti mi ha tenuto a chiacchierare per un po' in una lingua che non conosco chiedendomi dei miei viaggi.
Abbiamo montato la tenda e siamo andati al ristorante del campeggio. C'era un gruppetto di giovani cinquantenni che suonavano vecchie canzoni popolari e altre due birre sono scivolate giù per la gola con facilità estrema.
Ora sono in tenda in questo campeggio su di un' isola della Berounka. Tutto va bene a parte delle rane che stanno facendo un festino nel canale dietro di noi.

Storielle di viaggio

Viaggiando anche con la fantasia. Storielle scritte in viaggio ispirate dal mondo che ci circonda.

1) Natale a Betlemme: Royal Rumble in Basilica.





Praga, il giorno prima

Ore 23. La luna sorge da dietro il parco di Hostivar a Praga. Domani parto. Mi incammino verso casa e la luna sembra venuta a salutarmi. Scompare dietro le nuvole. E' tempo di controllare le ultime cose per domani.
Guardo lo zaino. E' pronto. E' pieno. Sembra pesante, eppure penso di aver messo dentro solo l'indispensabile. Come in ogni partenza avrò messo cose che non userò e mi mancheranno cose di cui avrò bisogno durante il viaggio. E' sempre così.
Ho davanti a me più di un mese di viaggio, a piedi. Non ho mai fatto una cosa del genere. Non sono mai stato un avventuriero, ne' uno che ha passato le vacanze in campeggio, per strada. Eppure sento che devo e voglio fare questa camminata. Ci riuscirò? I dubbi mi assalgono all'ultimo momento. Non ho paura delle difficoltà. Ce ne saranno e in qualche modo le supererò. Piano piano. Non sono e non posso essere preparato a tutto. In qualche modo si farà.
Non vedo l'ora di mettermi in cammino. Chissà se dormirò stanotte, in fin dei conti è solo una lunga passeggiata.
Domani alcuni amici verranno ad accompagnarmi fino a Karlstejn. Laura (che mi accompagnerà a lungo), Lorenzo, Misha, Marcela, BD1 (Davide), il Conte (Luigi) e niente meno che l'Elfo (Andreas). Siamo un bel gruppetto. Ci divertiremo, sperando che non piova. Se piovesse mi piacerebbe essere come la donna idrorepellente vestita di verde che ho visto ieri sera alla fermata del tram. Sotto un'acquazzone estivo lei continuava a telefonare indisturbata e serena.
Domani si parte. Domani si comincia a camminare.

Praga-Caorle

La decisione l'avevo presa da tempo, ma i preparativi hanno dovuto aspettare che tornassi a Praga da Bangkok.
In un paio di settimane ho dovuto prepararmi cosa che penso di essere riuscito parzialmente tra gli incontri e le feste tra amici. Ho fatto tutto di corsa, come al solito, e non penso di essere preparato a dovere, ma ci provo lo stesso. Se mai ci provo, mai saprò se sono in grado di farlo.
Perchè vado a Caorle l'ho chiesto a me stesso diverse volte e forse mi sono dato una giusta spiegazione da viaggiatore impreparato.
Proverò ad aggiornare questo blog con brevi notizie sui miei spostamenti dai vari posti che attraverserò e spero che chi mi segue possa scoprire con me i paesi, i villaggi, i boschi, i laghi, i fiumi e le persone che incontrerò, e magari rendersi conto di quanto bella sia questa parte di Europa e riacquistare il piacere di viaggiare lentamente via terra a contatto con realtà che spesso ci sfuggono a causa della velocità con cui scorre la nostra vita.
Praga-Caorle è per me un cammino verso casa, un modo dimenticato per muoversi e godere questo mondo. Se sarà bello e piacevole lo scoprirò solo vivendolo. Poi vi dirò se ne sia valsa la pena o se fosse stato meglio prendere l'aereo.

venerdì 17 giugno 2011

Praga-Caorle: Perché?


Perchè vado da Praga a Caorle in provincia di Venezia a piedi? Sto andando a casa. Semplicemente.
Dopo diciotto mesi passati principalmente overland tra Asia e Africa è giunto il momento di tornare a casa. Ma dov’è casa mia? Praga, Caorle, oppure il mio zaino?
Non riuscendo a risolvere la questione ho trovato un compromesso tra i tre senza sbilanciarmi e prendere parte come il mio solito. Sono arrivato a Praga dal bellissimo Sudest Asiatico, che ti tenta come il canto di una sirena, e da lì sarei partito per andare al mio paese d’origine, dove risiede ancora la mia famiglia.
E perchè non farlo a piedi? Camminare, incontrare la gente dei piccoli paesi, attraversare campi, foreste e monti. Come i pellegrini di una volta o quelli di oggi diretti a Santiago de Compostela. Solo che la loro meta è spirituale. Il percorso chiaro, segnato. Lungo la strada la gente quasi li aspetta. A pensarci bene, dove sono diretto è altrettanto sacro: è il luogo dove sono cresciuto, dove vive la mia famiglia e dove c’è il mare.