giovedì 21 luglio 2011

Portogruaro, -25 km a Caorle

Oggi pomeriggio, 21 Luglio, arriveremo a Caorle, a casa, al mare. Finalmente l'Adriatico!
Ieri una serata fantastica nel centro storico di Portogruaro pieno di concertini in piazza.
Notte passata dietro l'istituto magistrale. Ora caffé e via verso sud.
A presto mare.

martedì 19 luglio 2011

Gemona - San Daniele - Corbacco

Lasciamo Gemona e salutiamo Pier e famiglia. Un arrivederci veloce, quelli lunghi sono imbarazzanti e inutili.
Andiamo al Tagliamento col suo letto larghissimo e giungiamo ad Osoppo.
Per evitare la statale tagliamo attraverso la zona industriale. Sono impressionato dall'imponenza delle industrie pesanti della zona. Rimango affascinato. Mi sembrano degli enormi giocattoli e vorrei visitarne alcune, ma non è possibile.
Tentiamo la fortuna con una strada di campagna che si infila nel bosco. Evitiamo parte della statale, ma impighiamo un po' ad uscirne anche perché non possiamo guadare un fiume pieno d'acqua e fango per le piogge di questi giorni.
Arriviamo a Majano per pranzo. Mentre mangiamo lì fuori si scatena il diluvio. La strada sembra un fiume e quasi non si vedono gli alberi sull'altro lato da quanta acqua scende. Sono lieto di essere al riparo con una bottiglia di rosso.
Si riprende il cammino e seguiamo indormazioni contrastanti per raggiungere San Daniele. Sembra che ciascuno abbia una sua idea.
Abbiamo perso molto tempo a causa del brutto tempo e oggi non riusciremo ad avanzare come volevamo.
Raggiungiamo il bellissimo centro storico sul colle a San Daniele appena in tempo per chiedere dove poter alloggiare all'ufficio informazioni. Il cielo è grigio e dopo il temporale di oggi preferiamo dormire all'asciutto.
Dalla città si vede la pianura sottostante. Guardo a sud e per la prima volta in questo viaggio non vedo montagne. Tutto è piatto. Che bello!
Troviamo un fantastico bed and breakfast lungo la strada. La padrona commossa dalla mia telefonata e dal fatto che siamo a piedi viene a prenderci ad un paio di km. Il posto è perfetto: tranquillo, nel verde, tutto nostro e con un vasca da bagno.
Usciamo per prendere da bere e l'odor del forno ci prende per le narici e ci porta ad un negozietto dove stanno facendo dei grissini. Parliamo un po' e ci regala dei grissini appena sfornati. Deliziosi.
Ci beviamo le nostre birre sul terrazzo e la famiglia che ci ospita si ferma ad ascoltare le storie dei nostri viaggi. Mi sento a casa, tra amici. L'ospitalità è tanta.
Ora entro in casa a dormire sul mio letto. È facile abituarsi al letto dopo tante notti in tenda.

Dogna- Gemona

Il campanile della chiesa di Dogna è a ridosso della statale, praticamente le gira attorno e ci sveglia alla mattina presto.
Ci incamminiamo lungo l' infinita ciclabile attraverso gallerie e le montagne che scendono a picco.
Arriviamo a Resiutta alle 11 presto per pranzare e ci limitiamo a sbavare davanti alle decine di polli allo spiedo che girano nella rosticceria davanti a noi.
La ciclabile finisce. Si prosegue lungo la statale. C'è poco traffico e incrociamo diversi ciclisti.
Pranziamo in uno dei posti peggiori dove ci siamo fermati, a Carnia, un paese tristissimo.
Riprendiamo il cammino col cielo che comincia a coprirsi di nuvoloni grigia, ma non possiamo aspettare.
Raccogliamo lungo la strada more e prugne ciliegine. Buone.
Entriamo nel bel centro storico di Venzone, un paese che ci sorprende per la bellezza.
Proseguiamo e comincia a piovere. Aspettiamo che passi il grosso della pioggia mangiando tre enormi palline di gelato in una latteria e riprendiamo il cammino.
La pioggia si fa più intensa e sbagliamo strada due volte nel tentativo di tagliare per i boschi. Fortunati a non perdersi completamente.
Siamo in ritardo all'incontro con Pier.
Mi chiama e viene a prenderci alle porte di Gemona bagnati come dei pulcini. Che sollievo!
Ci facciamo una doccia calda e poi tutti a San Daniele a mangiare prosciutto crudo. Un pasto indimenticabile.
Con Pier abbiamo appena il tempo di raccontarci le cose principali, poi stanchissimi andiamo a dormire con un temporale con effetti speciali da film di fantascienza.
Purtroppo non abbiamo più tempo, domani si continua verso sud, verso il mare.

Tarvisio - Dogna

Un fantastico cappuccino con la polvere di cacao era da una vita che non lo bevevo. Un ottimo inizio di giornata.
Salutiamo il simpatico padrone leccese de Al Cacciatore (in ogni paese c'è un ristorante con questo nome persino in un paesino di mare come Caorle) e ci avviamo sotto la bandiera del Lecce che era in ritiro a Tarvisio.
Riprendiamo la ciclabile costruita sulla vecchia linea ferroviaria udine-tarvisio che attraversa la valle.
È incredibile da queste parti. Le montagne ci sovrastano ripide. Sotto scorre il fiume Fella tra i sassi. A fianco c'è solo lo spazio per la statale e l' autostrada costruita su piloni imponenti. Spazio per altro non ce n'è, ad eccezione di qualche vallata dove sorgono minuscoli villaggi.
Lungo la strada ci fermiamo all'osteria Ai Ors, dove c'è una donna che sembra una strega appena svegliata senza cappello e senza trucco.
A Malborghetto prendiamo il caffé a Casa Oberreichner, o qualcosa del genere, dove c'è una curiosa mostra perenne di giocattoli. Passiamo Pontebba, dove c'era il confine fino al 1918 e arriviamo stanchi a Dogna.
Piantiamo la tenda oltre un ponte pedonale dove dei ragazzini giocano a nascondino e vengono da noi incuriositi e affascinati da due giovani che dormono in tenda col sacco a pelo lì da loro.
Oggi cena col tonno. Domani Gemona dove mi aspetta l'amico Pier. Non vedo l'ora di rivedere lui e la sua famiglia.

domenica 17 luglio 2011

Arnoldstein pista da sci - 3 confini 1506- Tarvisio 21 km

Siccome alla notte faceva freddo ci siamo spostati nel corridoio del bagno. Avrei voluto vedere la faccia del gestore nel vederci alla mattina, ma ci siamo svegliati presto per affrontare l'impervia salita.
Guardo fuori e la sfiga ci perseguita: temprale.
Aspettiamo. Arriva il gestore e ci fa un caffé. È uno sloveno e parla italiano. Ci facciamo due risate e quando smette di piovere ringraziamo il gestore, che ieri ha lasciato il bagno aperto per noi intenzionalmente e senza dire nulla, e iniziamo a salire.
Avanziamo tra le nuvole sul sentiero che a volte passa sulla pista da sci.
Dreilænderecke, Monte Forno, Pec, a 1506 metri questo punto della terra ha tre nomi. Qui si incontrano Austria, Italia e Slovenia.
Faccio un passo. Sono in Patria! Dopo 3 settimane e mezzo dopo oltre 650 km percorsi, sono finalmente in Italia e non vedo l'ora di bermi un buon caffé.
Il primo cartello di un sentiero che vedo in Italia dice: Guardia di Finanza, 2 km. Benvenuti...
Scendiamo e in qualche ora atttaversiamo Fusine e, percorrendo una insperata ciclabile, raggiungiamo Tarvisio.
Appena ci sediamo in un ristorante, comincia a piovere. Non possiamo piantar la tenda con questo tempo. Troviamo una locanda gestita da un leccese qui al confine dove poter passar la notte all'asciutto.
Lasciamo la birra per del buon bianco e due grappe. Siamo in Friuli, siamo in Italia. Non so ancora se credere a me stesso.

venerdì 15 luglio 2011

Velden nel bosco - Arnolstein sulla pista da sci 32,5 km

Partiamo dal bosco vicino alla spocchiosa Velden e continuiamo nel verde.
Seguiamo i segnali arancioni dell'oleodotto Adria-Wien e riusciamo a districarci tra gli innumerevoli sentieri giungendo al Faaker See, un altro bel lago. A sud ci sono montagne imponenti e massicce, il Karawank, oltre, la Slovenia.
Mangiamo alla Nudelfabrik, la fabbrica della pasta, su consiglio di una signora in un maneggio. L'Italia è vicina e qualcuno parla italiano.
Arriviamo dopo una lunga camminata lungo il fiume al luogo del nostro campeggio. Per la quarta volta la mappa ci tradisce: il campeggio non c'è più.
Decidiamo di proseguire fino ad Arnoldstein. Tarvisio è a 12 km circa. L'Italia a molto meno. Ma il nostro tragitto non sarà diritto. Domani saliremo a 1500 fino al Dreieckelander, o al Monte Forno, o a Pec, insomma su quell' angolo di terra dove si incontrano Austria, Italia e Slovenia.
Dopo aver fatto la spesa per domani saliamo a 700 metri fino agli impianti sciistici. È tutto chiuso, ma i bagni sono aperti. Questo sarà il nostro albergo per la notte.
Dal tavolo dove abbiamo cenato si vede la cima.
Alle undici di notte la luna sorge dalla Slovenia. È luna piena. È bellissima.
L'Italia è ad un paio di chilometri, ma 800 metri di dislivello. Manca poco, domani sarò in patria.

Klagenfurt - Velden nel bosco 24 km

Il lago Wörthersee è bellissimo. Le montagne sono un contorno prefetto. Peccato che ci siano solo pochissimi angoli di spiaggia-prato non privati.
Dopo un po' il clima turistico e gli alberghi a 5 stelle mi stufano e diventa tutto quasi insopportabile.
Al momento giusto, cioè quando ci stiamo squagliando dal caldo, troviamo uno spazio aperto al pubblico e ci tuffiamo nell'acqua fresca del lago. Ah, che sollievo!
Arriviamo a Velden e l'aria del turismo per ricchi mi diventa insopportabile.
In fretta superiamo l'ultima città del lago e troviamo un posto per la tenda nel nostro amato bosco su del soffice muschio.
L'Italia è due giorni.

St. Kanzian - Klagenfurt 25 km

Si parte presto, ma fa già caldo. Seguiamo una monotona strada e per magia troviamo una bella e dritta, ma assolata, ciclabile tutta per noi seguendo le istruzione di una benevola cameriera bionda.
Tutto quasi dritto fino a Klagenfurt. Solo una tappa per una fresca radler, birra con succo di limone.
Giungiamo a Klagenfurt  col sole ancora alto e approfittiamo per tuffarci nel lago e rinfrescarci. L'acqua è celeste. Mai visto prima. È la prima volta che mi tuffo in un lago e dopo la camminata sotto il sole cocente, mi sembra la più bella nuotata della mia vita.
Alla sera andiamo in centro. La città e semi deserta. Si può camminare al centro della strada perché non passano auto. Finiamo per caso in uno dei posti più conosciuti, secondo le guide, Zum Agostinum dove producono la loro birra. La birreria si trova tra due strade collegate da un vicolo che si apre in un cortile interno affollatissimo e rumoroso, in forte contrasto con la quiete del resto della città. Ci sediamo al tavolo di un altro viaggiatore che si rivela essere un austriaco mezzo ceco che vive in Svizzera e che era andato a Praga dalla Svizzera durante la rivoluzione di velluto per aiutare la terra di suo nonno. Un tipo particolare.
Rientriamo in campeggio accompagnati da una scolaresca ubriaca che festeggiava la fine dell'anno scolastico cantando a squarciagola.
Domani si va dall'altra parte del lago. Oramai siamo vicini a casa e non mi rendo conto che in meno di 10 giorni farò il bagno nell'Adriatico.

Grieffen Berg - St. Kanzian 21 km

Attraverso il bosco scendiamo a Grieffen e ci beviamo un caffé sotto le rovine. Era da anni che lo volevo fare, da quando le avevo viste per la prima volta in treno verso Vienna pier la mia avventura erasmus.
Proseguiamo sotto il sole fino a Volksmart. Qui finiscono le mie mappe. In qualche modo arriveremo a Klagenfurt e al Wörtersee.
Fortunatamente ci sono dei campeggi e decidiamo di andare a St. Kanzian, curiosamente gemellato con San Canziano d'Isonzo, in riva al lago.
Il caldo è soffocante e gli ultimi 5 km sono un calvario anche perché scelgo la strada peggiore lungo la statale trafficata.
Al lago Laura si tuffa. Io guardo stanco e mi appisolo sull'erba.
Andiamo a fare un po' di spesa e in pochi minuti arriva il temporale. Aspettiamo che passi fuori dal supermercato seduti per terra al riparo bevendo birra.
Per fortuna ha rinfrescato e alla notte si riesce a dormire.

giovedì 14 luglio 2011

Prebl - St. Andrä - Griffen nel bosco 30,5 km

Sole e caldo. Ora troppo dopo tutto il grigio delle scorse settimane, ma va bene lo stesso.
Seguiamo la ciclabile lungo il Lavant e arriviamo dritti a St. Andrä. Tappa di pellegrinaggio ora deserta. L' unico posto aperto è un kebabbaro. Meglio di niente.
Tagliamo per i boschi e risaliamo una lunga strada piena di tornanti dove i motociclisti si divertono a prendere le curve strette.
Arriviamo in cima a Grieffen Berg esausti dopo l'intera giornata sotto il sole. Per fortuna c'è una birra fresca ad aspettarci. Forse la migliore birra bevuta finora, sicuramente la più meritata.
Cerchiamo il posto per la tenda e perdiamo il sentiero. Eh no ! Perdersi alla fine di una giornata cosí lunga non si può! Seguiamo l'istinto, cioè andiamo a caso, e scendiamo una ripidissima parte rischiando di lasciare in Austria le nostre caviglie. In qualche modo ne usciamo, e prima di trovare un posto in disparte e piano per la tenda vediamo dall'alto le  rovine del castello di Grieffen. Fantastico. La mia mente vola con i dragoni tra storie fantasy e battaglie del medioevo.
Mi addormenti che sono accerchiato da dieci guerrieri, ma so che posso batterli.

Weissenkirchen - Prebl sul campo da calcio 32 km

Il sole ci accompagna fin dal mattino.
Passiamo attraverso il bosco e quasi ci perdiamo come al solito.
Ci sono innumerevoli falegnamerie ed una in particolare sembra aver tagliato tutti gli alberi austriaci dalla quantità di legno che lavorava.
Ci addentriamo nel bosco in un interminabile saliscendi che taglia le gambe e, dopo pranzo, ne usciamo raggiungendo la strada principale.
Troviamo una via inaspettata. Una ciclabile che scende lungo io fiume che attraversa la valle. È alberata e lontana dal traffico. Perfetta.
Attraversiamo Reichenfels e una fisarmonica ci guida per le stradine deserte. Giriamo l'angolo e troviamo tutto il paese a bere birra alla sagra paesana. Ci uniamo anche noi e raccolgo espressioni increduli quando dico che siamo oltre la metà del nostro viaggio. Mi sento dire spesso doprattutto dai più anziani: Saluti ai viggiatori! Mi dona un immenso piacere e mi fa sentire vicino a casa.
È tardi e andiamo a Bad St. Leonard, un paese turistico e deserto. Lo lasciamo e ci scendiamo nuovamente nel bosco per raggiungere Prebl.
Lungo la interminabile salita un personaggio strano esce da una casa mentre facciamo sosta. Parla in modo strano e confuso. Rifiutiamo qualsiasi offerta, si sta facendo tardi.
Non si dovrebbe lasciare un gran premio della montana alla fine di una lunga giornata sotto il sole, ma è troppo tardi.
Arriviamo a Prebl a oltre 900 metri e la vista sulla valle è fantastica.
Dobbiamo ancora trovare un posto nascosto dove piantar la tenda. Troviamo il miglior posto al mondo: campo da calcio di una scuola chiusa con vista valle e tramonto.
È valsa la pena di venir fin quassù.

Ingering II - Zeltweg - Weissenkirchen 21 km

Scendiamo verso Zeltweg. Il panorama è monotono. Avanziamo e superiamo il circuito di F1.
Zeltweg è una delusione. Non c'è nulla di interessante e non troviamo nessuna gasthaus aperta. Pranziamo con un wurstel e ci beviamo un caffé in una delle pasticcerie che invece sono in soprannumero.
Continuano fino a Weisskirchen e troviamo uno strepitoso campeggio dove ci facciamo una doccia calda e ci abbuffiamo con la grigliata organizzata per gli ospiti, la maggior parte vecchiotti olandesi.
Per tutta la serata si ascolta musica austriaca, una decina di canzoni ripetute fino a fartele detestare.
Ma va bene cosí. Oggi ci si rilassa e ci si gode la tiepida serata.

Bergerhube - Kettentörl - Ingering II sulla pista da sci 23 km

Ci si sveglia presto oggi. Vogliamo essere sicuri di attraversare le montagne e scollinare con la luce.
La colazione è super abbondante. Proprio quello che cui vuole.
Ci incamminiamo alle 8 lasciando che i due austriaci pazzi partano prima di noi per le loro vette.
Le nostre partenze sono sempre lente. Non so perché ma si stenta sempre a fare il primo passo nei tempi che programmiamo. Ma si parte in ogni caso.
Il sentiero è ben segnato e vediamo delle mucche che mi sembra degli yak da quanto lungo hanno il pelo. Ci guardano bovini mentre passiamo.
Una parte del sentiero è piena di alberi caduti a tal punto che non si riconosce più da che parte andare.
Laura segue il suo istinto montagnino e si inerpica sulla montagna su un percorso impossibile. Io da figlio di pescatori e contadini non so da che parte andare. Faccio due passi e lo vedo lì, sulla destra, il nostro sentiero. Laura si arrampica e poi scende e mi segue.
Saliamo come al solito di buon passo e arriviamo allo scollinamento in anticipo.
Lo spettacolo è impressionante come sa esserlo solo un paesaggio alpino. Sotto di noi c'è la vallata di ieri chiusa da alte montagne. Dall'altra parte si vede una lunga valle verde che scende e un lago. La nostra meta.
Ci godiamo lo scenario in silenzio. Cosí si fa sui monti.
Scendiamo. La giornata è favolosa e c'è un leggero venticello che cl rinfresca. Avanziamo più velocemente del previsto tra i boschi di pino i prati verdi. Costeggiamo il ruscello dall' acqua limpida e riempiamo le bottiglie di freschezza montana.
Raggiungiamo il laghetto e  pranziamo coi panini, speck e formaggio. Siamo in anticipo sulla nostra tabella di marcia e decidiamo di scendere a fondo valle.
Arriviamo a Ingerin II. Il cielo si sta facendo sempre più cupo e andiamo a bere un caffé al bar di un impianto sciistico fermo per l'estate. Arriva il temporale. Appena finisce decidiamo di piantar la tenda. Dove? All'arrivo della pista da sci, dopo una montagnola in modo che nessuno ci veda.
Appena montata arriva un secondo temporale. E poi un terzo, un quarto. Cadono secchiate d' acqua e tuoni e lampi arrivano e cadono dappertutto. Se l'apocalisse arriverà sotto forma di temporale, allora io l'ho già vista. Incredibilmente la nostra tenda regge e ci protegge.
Quando passa il terribile tempo esco e guardo il cielo. Il sole si mostra all'orizzonte, è il tempo che verrà. In fondo, mentre si allontana vedo cosa è passato sopra la nostra testa: nero.
Stanotte dormirò su una pista da sci. Assurdo.

mercoledì 13 luglio 2011

Trieben - Bergerhube 16 km

Mi sveglio alla mattina e il tempo è ancora grigio. Non so se attraversare la montagna o prendere la strada più lunga. Con questo tempo in montagna non si va.
Aspetto che passi un po' il tempo. I panni lavati il giorno prima non sono ancora asciutti. Usciamo tardi e decidiamo per una seconda colazione al bar. Alle 11 il sole decide che è giunto il suo momento e si fa vedere. Decisione presa, si va verso Kettentorl a 1864 metri.
Facciamo la spesa perché il giorno dopo prevediamo di dormire ancora nei boschi. Se piove ancora butto via la tenda e dormo solo in albergo.
Saliamo per un sentiero ripido con alla destra degli alberi caduti sotto il terreno franato e a sinistra il torrente di acqua limpida.
Superati 500 metri ci fermiamo ad una gasthaus a mangiare. Ce l'avevano consigliato già tre persone tra cui una giovane austriaca appassionata di sport estremi. Ed è tutto buono. Io mangio degli spatzle al formaggio e Laura tripudia con un cordon bleu al formaggio e speck.
Ora proseguiamo per 8 km lungo una verdissima vallata illuminata da un sole benevolo.
Arriviamo al Burgerhube, il rifugio dove dormiremo stanotte in pieno pomeriggio. È tardi per continuare.
Gli unici altri ospiti sono due signori austriaci più pazzi di noi. Stanno attraversando l'Austria da est a ovest lungo la via 02, cioè 1200 km con diverse vette sopra i 2000 metri. Viaggiano senza tenda e hanno due zaini da 18 kg. Mi chiedo se per averli cosí pesanti portino con sé dei mattoni. Neanche il mio zaino per un anno e mezzo in giro pier Asia e Africa era cosí pesante.
Facciamo una cena pantagruelica con zuppa, lasagne, lasagne e grappino e poi tutti a nanna nella stanza da cinque occupata solo da me e Laura.
Anche stanotte si dorme su un letto, che non diventi un' abitudine!

venerdì 8 luglio 2011

Buchau (St. Gallen) - Admont - Trieben 28 km

Il tempo non può fare altro che migliorare... Infatti ci svegliamo col cielo grigio che promette pioggia.
Prendiamo la strada del bosco e poi la statale fino ad Admont, perché non ho le mappe a causa del cambio di rotta. La strada non è trafficata, ma il cielo grigio la rende odiosa.
Vediamo Admont dall'alto e tagliamo per un paesino e poi lungo il fiume. Pranziamo e proseguiamo per Trieben, la nostra meta di oggi.
Davanti a noi ci sono 600 metri di dislivello in un paio di km su una bella strada alberata piena di tornanti. Solo che arriva la pioggia e non ci sono ripari. Aspettare sotto agli alberi è inutile, ci si lava lo stesso.
Avanziamo sotto il diluvio e vediamo il primo ristorante dopo due ore di cammino. È la nostra oasi di salvezza. Nessun caffé al mondo è buono quanto questo.
Di dormire in tenda oggi non se ne parla. E per la prima volta in 2 settimane e mezzo dormiamo in una stanza. Troviamo un affittacamere che ci lascia le chiavi perché il giorno dopo devono partire presto. Facciamo a gara a chi va sotto la doccia calda e poi a letto.
Ho imparato una cosa importante oggi, non credere alle previsioni del tempo in Austria.

Grosse Klaus hutte - Buchau (St. Gallen) 29 km

Ho fatto brutti sogni nel bosco. Prima di addormentarci abbiamo sentito un cane abbaiare dove non dovrebbe esserci anima viva. Ho pensato a dei cani randagi e ogni rumore nel cuore della notte alimentava i miei incubi.
Mi sveglio e, ovviamente, piove, ma ora non ci faccio più caso.
Aspettiamo un po' e riprendiamo il nostro viaggio lungo il fiume nella valle. Passiamo sotto a sei o sette gallerie che si illuminano al nostro passaggio grazie a dei sensori. Qui in mezzo al nulla trovo tecnologia verde.
Giungiamo ad un bivacco e mangiamo un pianino.
La strada ora sale ed è aperta alle auto, ma non incrociamo nessuno. Almeno questo è il vantaggio del brutto tempo.
Giungiamo a Unterlaussa e tutto e chiuso. Pranziamo con le nostre provviste nei pressi di una chiesa davanti al monumento ai caduti in guerra, durante le due guerre mondiali. Anche se erano i "cattivi" hanno il diritto di piangere i propri cari  spesso mandati al fronte costretti e ingannati.
L' ultimo pezzo per St. Gallen sale nel bosco e il sole viene finalmente a trovarci. Da adesso dovrebbe solo migliorare, continua a dirci la gente. Atto di fede, gli credo.
Immergiamo i piedi nelle gelide acqua di un ruscello e scendiamo l' ultimo tratto fino in città. Prendo due birre al supermercato e ce le beviamo in piazza sotto il caldo sole.
Chiedo informazioni per i prossimi giorni. Visto che voglio salire in montagna vorrei sapere se il tempo sarà bello, altrimenti prendo una via alternativa. Il tempo non farà altro che migliorare, mi continuano a dire. Non c'è una nuvola in cielo, meglio di cosí non si può.
Lasciano la città in cerca di un posto dove piantar la tenda. Al limitare dei boschi troviamo un allevamento di trote con annesso ristorante. Guardo le trote e l'appettito sale.  So cosa voglio per cena. Ordino una squisita trota al forno mentre Laura opta per un cordon bleu ai funghi, ottimo pure quello. Concludiamo con un grappino all'albiccocca raccomandato dalla padrona. Ci fermiamo a chiacchierare con lei che ci offre il divano del ristorante nel caso non troviamo un posto per la tenda. Lo troviamo a 50 metri dietro una fila di alberi.
Il cielo è stellato. La scelta della direzione sembra giusta. Buonanotte.

Losenstein - Grosse Klaus hutte 21 km

Stamattina facciamo una abbondante colazione nella gasthaus della nonnina. Tutti sono ancora più disponibili di ieri se possibile, e il marito ci da ulteriori input per il nostro tragitto, facendoci cambiare ancora la nostra via.
Hanno previsto brutto tempo, ma che faccio? Aspetto fino a che non arriva il sole? Potrei star fermo un mese. È estate, ma sembra che nessuno abbia avvertito le stagioni che quella bella debba arrivare anche qui in Europa Centrale.
Ci incamminiamo in una valle verde lungo il fiume. Dopo qualche km la strada diviene interdetta al traffico. C'è spazio solo per noi e le biciclette. In realtà lungo il bellissimo percorso ci siamo solo noi e due ciclisti cechi che riconosco dal loro Ahoj. Il brutto tempo ha tenuto lontano tutti. La strada e la vallata è nostra. A tal punto che il rifugio sul quale contavamo per l'ospitalità è chiuso.
Al rifugio c'è una terrazza coperta in legno. Piantiamo la tenda lì sotto, fissando i picchetti tra le assi del pavimento.
La notte scende sulla valle che oggi è solo nostra.

Styer - Losenstein 22 km

Il primo paesino della giornata doveva essere St. Ulrich e lì ci siamo diretti. Purtroppo, come al solito, prendiamo la direzione sbagliata seppur non lontana da dove vogliamo andare.
Comincia a piovere, tanto per cambiare. Mi scappa di andare in mezzo al bosco e quando torno trovo Laura che chiacchiera con un uomo in una skoda. Mi chiedo come mai si sia fermato. Forse perché ha visto una bella ragazza in pantaloncini corti da sola lungo la strada? E invece no. È uno che viaggia molto e ci invita per un caffé a casa sua poco lontano. Perché no? Parliamo dei suoi viaggi e della nostra camminata. La casa è piena di foto delle sue escursioni con la moglie. Ci dà dei consigli sul tragitto, cosa che ci fa cambiare i nostri piani. Arriva pure il figlio, assistente universitario.
Proseguiamo il cammino tra i boschi e la pioggia. Troviamo una coppia che porta in giro il figlio, e il marito ci dà il numero di telefono del rifugio gestito da un amico e ci indica la strada. Inizialmente pensava fossimo dei pellegrini diretti a Mariazell. Apparentemente i pellegrinaggi si sprecano in Austria.
Avanziamo e sbagliamo strada. Un contadino ci indica di tagliare per il suo prato e cosí scendiamo sul verde ripido e scivoloso.
Dopo aver pranzato con knodel al forno e spatzle agli spinaci ci arrampichiamo su un sentiero che attraversa il bosco e che forse aveva visto l'ultimo escursionista quando io usavo il mangianastri. La vista della strada è una visione che ci porta a Losenstein.
Sorpresa! Il campeggio non c'è, nemmeno qui. Comincio a pensare che qualcuno ce l'ha con me.
Entro in una gasthaus e esco con un invito a piantare la tenda nel loro giardino. I gestori sono di una gentilezza e ospitalità unica, e la nonnina che gira per i tavoli assicurandosi che tutto sia a posto, è semplicemente adorabile, la terza nonna che tutti vorrebbero avere.
Alla sera ci raggiunge Blanka e passiamo la serata in allegria, delusi dal solito pessimo tempo, ma felici per le persone fantastiche che abbiamo incontrato.

Linz - Styer 42 km

La mia incompetenza tecnologica ha cancellato il messaggio di oggi. Riscriverlo? Ci avete mai provato? La frustrazione raddoppierebbe.
In breve abbiamo percorso per 42 km. Visto il bel centro religioso di St. Florian. Persi e ricondotti sulla retta via da una signora dalla voce squillante in una Tigra cabrio rossa. Oltrepassato un ponte di una autostrada. Trovato ad istinto il paese che volevamo sotto la pioggia. Bevuto un caffé caldo in una macelleria. Incontrato dei ciclisti italiani di cui uno vestito in blu fastidio con occhiali a specchio. Oltrepassato una chiusa scavalcando le recinzioni come ladri. Camminato su una strada con auto a pochi cm da noi. Scoperto che il campeggio indicato nella cartina non esiste. Camminato per un'ora inutilmente seguendo le indicazioni sbagliate di alcuni vecchietti. Trovato un angelo biondo che ci ha accompagnato al campeggio. Scoperto che le cucine erano chiuse e cenato con due toast secchi. Montato la tenda stremato.
E nonostante tutto sono andato a letto soddisfatto del progresso ed entusiasta della doccia calda.

Untergegen bosco - Linz 15 km

Stanotte ho dormito come un ghiro anche se la tenda era piantata sulle radici. Ero stanchissimo.
La giornata comincia con la spesa al Nass und Frish. Non riusciamo a berci un caffé perché i bar del paese sono ancora chiusi.
Ci arrampichiamo su per il monte coperto da prati e boschi. 400 metri di dislivello alla mattina sono una buona sveglia.
Proseguiamo tra i boschi salendo e scendendo. I sentieri sono ben segnati e costellati da altarini e crocifissi come nella bassa Boemia.
Di tanto in tanto Laura si ferma a raccogliere lamponi e ad assaggiar ciliege. Buone!
Attraversando un campo sentiamo della musica. Cerchiamo da dove proviene, ma non riusciamo a capirne la provenienza. C'è solo un albero con una scala e un casolare lontano. Ci avviciniamo all' albero e la musica si fa più intensa. Proviene da lì. Su quel ciliegio qualcuno aveva avuto la bizzara idea di mettere un altoparlante e collegarci la radio, mah...
Saliamo fino ad oltre 900 e cominciamo a scendere verso Linz. Salire per poi scendere, cosí va in Austria.
Giungiamo a Linz avendo fatto tutta una tirata e ci fermiamo al primo ristorante. Crema ai funghi con knodel e una cotoletta. Buone!
Sfodero il meglio del mio tedesco chiedendo informazioni su ostelli, campeggi e dove acquistare le mappe per il proseguio del viaggio. Tutti ci aiutano e un signore sulla cinquantina si offre di portarci al campeggio.
Al campeggio c'è un laghetto pieno di gente attirata dalla giornata calda e soleggiata. C'è tutto. Prato, alberi, chioschetto per la birra e panini, laghetto con piattaforma al centro e anche acqua gelata e anatre. Laura non resiste e fa il bagno, io invece le anatre preferisco vederle su un piatto cotte al forno.
In campeggio conosciamo due tedeschi che hanno girato in bicicletta l' intera America con i loro due cani. E proprio vero che quando pensi di fare qualcosa di diverso e unico, incontri sempre gente più pazza di te.
Domani si riposa, o meglio, curo le vesciche e vado a comperare le mappe. Le stenderò sul pavimento della cucina, aprendole tutte per decidere la strada migliore cure evita i 2000 metri.