“Fra Cristoforo! Fra
Cristoforo!” Fra Guglielmo spalancò la cella del Fratello Cerimoniere sconvolto
e senza fiato.
Fra Cristoforo si alzò di
scatto con ancora il copri occhi per la notte. La stanza era spoglia come
quella di tutti i francescani. C’era un tavolino con il vangelo e letture
religiose e una candela ancora accesa che illuminava un poster in scala 1:1 di
San Francesco che accarezzava il lupo di Gubbio che scodinzolava con le
babbucce tra i denti.
“Che c’è Fratello
Guglielmo?” Chiese allarmato riconoscendo il novizio dalla voce e turbato dal
suo tono, tanto quanto essere svegliato da una persona anziché dal canto dei
passerotti della sua sveglia. Nessuno avrebbe osato disturbare il suo riposo a
meno che una calamità stesse per piombare sulla comunità dei frati francescani
a Betlemme.