giovedì 30 giugno 2011

Frymburk - Austria - Untergegen bosco 36,5 km

Due chilometri e siamo in paese. Dobbiamo attraversare i 50 metri che ci separano dalla parte opposts del lago e lo facciamo in traghetto. D' inverno quando ghiaccia ci passano sopra le auto, noi invece siamo su un traghetto in compagnia di alcuni ragazzi guidati dal professore che fa le foto in modo da inserire anche Laura. Io invece vengo ignorato, chissà perché.
Raggiungiamo il confine velocemente. Incrociamo alcuni ciclisti. Pochi sono gli escursionisti che abbiamo visto per i sentieri cechi. Penso che abbiamo seguito i meno battuti ed è meglio cosí.
Il confine di Shenghen è un cartello. Foto di rito sotto il sole cocente e via, dentro l'Austria.
Il Paese appare subito diverso. Case più ricche e curate, tutto sembra più curato, niente fuori posto, persino i boschi. Noto molti più campi e poca ombra sui sentieri.
Le indicazioni sono diverse e ci vuole un po' per abituarcisi, ma capito il meccanismo ho l' impressione che qualsiasi strada io intraprenda sia quella corretta. Insomma mi va di culo ogni svolta.
Al primo villaggio ci fermiamo a mangiare. Arriva un piatto enorme di maiale e uno di spatzle. Quantità pantagrueliche. Al ristorante ho il primo shock austriaco, o meglio, dell'euro: il conto. Paghiamo non tanto, ma venendo dalla Repubblica Ceca e dal Sudest asiatico temo mi ci vorrà un po' ad abituarmi.
Il pasto ci ha messo KO. Ci addormentiamo all' ombra degli alberi dietro la chiesa. In realtà tutto il viaggio fino ad ora è stata una scoperta di sapori e un' abbuffata.
Attraversiamo campi infiniti e incontriamo ciclisti e abitanti che ci salutano cordialmente. Ad Oberneukirchen facciamo pausa birra. Entro in un supermercato e scopro che non tutto è caro. Faccio un test al mio tedesco. Parlo con una commessa che prende per me le birre più fresche e scambio due parole col manager che mi da del pazzo mentre sorride. Porto le bevande fresche alla mia compagna d' avventura, più pazza di me e ci rilassiamo all' ombra dopo aver camminato per lunga parte della giornata sotto il sole. Laura ha il grazioso volto color bordeaux e io lo stesso.
Continuiamo. Poco primo di scendere ad Untergeng vediamo Linz a 20km e dietro... le Alpi.
Rimango senza fiato, non tanto per il fantastico scenario, e nemmeno per il fatto che abbiamo camminato per 25km tra saliscendi assolati, rimango senza fiato perché le Alpi sono alte anche da lontano a 700 metri! Insomma mi cago sotto e i dubbi mi assalagono nuovamente.
Ma non c'è tempo, avanti.
Arriviamo ad Untergeng stanchissimi. Guardiamo la salita davanti a noi e simultaneamente decidiamo che è giunto il momento di piantar la tenda nel boschetto alla nostra destra.
Sulle radici la stanchezza ci fa dormire da dio. Domani Linz, poi le Alpi...

Cesky Krumulov - Frymburg 25 km

Oggi andiamo al lago di Lipno. Sarà un percorso dritto verso sud-ovest e passeremo pochi villaggi, perciò ci prendiamo pane salame e formaggio.
Finalmente il sole si fa vedere e già rimpiangiamo il fresco del cielo nuvoloso. Però almeno le foto dovrebbero avere anche un po' di azzurro oltre che il solito grigio e verde.
Oltrepassiamo il castello e il bel giardino e ci addentriamo nel bosco. Il sentiero si dimostra più ostico del previsto. Alcune indicazioni sono nascoste dai rami e dalla vegetazione cresciuta troppo in fretta. Questo è il percorso del sentiero europeo E10, ma sembra che nessun europeo lo usi. Avanziamo a colpi di machete e ad un certo punto il sentiero sparisce perché gli alberi davanti a noi sono stati tagliati e con loro i segni. Avanziamo tra formicai e tronchi e miracolosamente ritroviamo il sentiero.
Ora proseguiamo sui prati e sull'erba alta ricoprendoci di anti zecche, zanzare, mosche e qualsiasi altra cosa voli o cammini. Doveva essere una passeggiata e invece facciamo fatica ad andare avanti.
Finalmente Sokolov. Da questo villaggio, dove un bassotto ci abbaia contro furiosamente e in modo patetico, il percorso diventa ondulato gentilmente e semplice da seguire.
Ci fermiamo a mangiare pane e salame a Svetlik. Festeggiamo con una fetta di anguria e un caffé turco. Ora sorridiamo.
Poco dopo il villaggio, oltre la chiesa che si vede da lontano, troviamo un campo di pannelli solari. Temelin ed energia alternativa, bravi questi cechi.
Divoriamo la strada. Abbiamo un buon passo e giungiamo al campeggio di Frymburg, lungo il lago con il sole ancora alto.
Fa caldo e tento di immergermi. Errore. L' acqua è gelida e fangosa.
L' ultima cena in Repubblica Ceca. Oggi è l' ultima cena. Cerco una bettola, ma non ce ne sono in questa località turistica. Optiamo per una pizza enorme e buona se non fosse per la quantità assurda di aglio. Mi dimentico sempre quanto piaccia l' aglio da queste parti. Se potessero credo che lo metterebbero pure nei dolci.
Alla notte faccio sogni strani e mi chiedo perché.
Domani Austria!

martedì 28 giugno 2011

Netolice - Klet - Cesky Krumulov 36,5 km

Pronti? Via!
Siamo partiti dopo un'abbondante colazione con i viveri per il pranzo e la sera nel bosco. La mia cartina non indicava nessun ristorante lungo la strada e troppe volte abbiamo trovato osterie chiuse.
Il cielo è grigio e fresco. Buono per la camminata. Pessimo per le foto.
Speriamo di slancio il primo bosco dopo una ciclabile e ci sentiamo bene. I piedi vanno nonostante i dolori, basta scaldarli un po'.
Arrivati in cima al primo monte vediamo la valle verdissima circondata da monti e boschi. Sotto c'è Brloh e la nostra sosta per il pranzo. Davanti a noi si vede appena l'antenna del monte Klet. Hm, non sembra cosí lontano come nella cartina.
Scendiamo al paese per mangiare e incredibilmente troviamo qualcosa di aperto.
Ripartiamo carichi. Dentro di noi cresce l' idea di andare fino a cesky krumulov se le gambe e soprattutto i piedi sono d'accordo. E sembrano esserlo.
Avanziamo incredibilmente veloci in salita. Decidiamo di salire all' osservatorio di Klet fino all'antenna. Si sale e siamo motivati. Ci supportiamo a vicenda e parliamo di tutto. Non mi aspettavo di andare cosí d' accordo con la mia compagna di viaggio. Di solito durante le escursioni mi ritiro nei miei pensieri e invece fino ad ora non parliamo solo quando non affrontiamo una salita.
Salendo fino al Klet rivedo la bellissima centrale nucleare di Temelin con le nuvole bianche che salgono dalle tre enormi ciminiere. Fantastico... Hm, forse no.
In cima al Klet ci meritiamo una birra per festeggiare.
Ma non era finita. Prendiamo la pazza decisione di copriregli ultimi 8 km fino a Cesky Krumulov. Lì c'è lo Sgropin Party, organizzato da amici veneti che vivono a Praga.
E allora giù di corsa. Chiamo Davide, Mr Pivo. Sto per arrivare! Lui è venuto in bicicletta. Pazzo pure lui.
Arriviamo e un'incredibile coincidenza ci fa incrociare nelle calli strette del centro storico con Achille e Ulrico appena arrivati.
Li seguiamo lungo la Moldava. Piantiamo la tenda nel giardino, la betoniera comincia a girare con lo sgropin, la gente ci prende per pazzi e ci incoraggia, gli Yogurt suonano vecchie canzoni italiane e noi, dopo 36km di montagna e con le vesciche ai piedi, balliamo. Sarà l'effetto dello sgropin veneto nella betoniera.
Che giornata! Indimenticabile.

lunedì 27 giugno 2011

Vodnany - Netolice 19 km

Oggi tappa breve. Primo perché siamo stanchi e un po' giù di morale dopo la giornata di ieri, secondo perché ho delle fastidiose vesciche ai piedi, terzo domani faremo un altro tappone.
Al bar del campeggio incontriamo alcuni signori sulla cinquantina che si preparavano alla loro gita in bicicletta. Ci scambiano come al solito per tedeschi e rimangono scioccati nell'apprendere il nostro tragitto. Con ammirazione ci salutano e incoraggiano. Il mio ego si nutre allegramente.
Lasciamo il campeggio e a Vodnany ci beviamo un buon caffé e mi mangio un bombolone alla nutella. Squisito.
Troviamo facilmente il sentiero che ci porta attraverso i boschi ben curati. Incrociamo un gregge di bambini con due maestre pastore. Ci indicano un passaggio attraverso l'arco di una casa e continuiamo per il bosco.
Ad un tratto il panico mi coglie. Dov'è il capellino? Smarrito. Deve essere lungo il sentiero. Mollo tutto e torno sui miei passi. Dopo cento metri vedo un gruppetto di ciclisti in affano. Sono quelli del campeggio. Senza che io chieda niente mi dicono che hanno visto il mio capellino 200 metri indietro.
Lo trovo tra due pozzanghere, ancora pulito.
Vado a recuperare Laura che mi aspetta seduta sullo zaino.
Arriviamo alla chiesa di Lomec e ritroviamo i nostri amici su due ruote.
La cappella circolare è una sorpresa. Riccamente decorata è uno splendore. C'è pure un altare per le messe all' esterno.
Proseguiamo ed evitiamo la pioggia fuori dal bosco.
Giungiamo a Netolice e ci abbuffiamo mentre piove. Un paio di personaggi strani si fanno notare. Uno ha dei pantaloni e la maglia due taglie più piccole e sale su una vecchia skoda color verde fastidio, ma col tettuccio apribile. Un altro è un vecchietto con barba bianca che indossa una canotta nera dalla quale esce una pancia simile ad un fusto di birra.
Troviamo il nostro campeggio e passiamo il resto della giornata a riposare e bere. Domani ho in programma di dormire nei boschi vicino a Cesky Krumulov ed evitare le vette.

domenica 26 giugno 2011

Plynova lauka pres Otau - Vodnany 32 km

Dopo la tappa breve di ieri, oggi testeremo i nostri piedi camminando per oltre 30 km.
Ho un paio di vesciche, ma una volta in marcia non fanno poi tanto male. Speriamo non mi impediscano la lunga marcia di oggi.
Partiamo presto e il bel tempo ci accompagna. I primi cinque km sono piacevoli. Costeggiamo la Otava fino a Pisek.
Il fiume è lo specchio delle case in legno. Incrociamo un paio di persone che corrono e alcuni anziani che passeggiano.
I primi condomini popolari ci dicono che stiamo entrando in città, la prima di questo viaggio. Troviamo un supermercato e finalmente posso fare una spesa decente per il cammino. Entro e non posso resistere a due krapfen alla marmellata. Ah! Le prime pastine per colazione dopo molto tempo.
In piazza a Pisek completo la seconda colazione dopo quella del campeggio con un cappuccino in piazza, nel bel centro del paese. I palazzi, le case del centro, la cura delle strade mi sorprendono. Sotto il ponte sull'Otava ci sono alcune costruzioni in sabbia raffiguranti dei cortigiani. Non capisco come sia possibile che non si siano disintegrate dopo il diluvio universale di ieri. Che sia piovuto solo su di noi? Oggi il sole splende, ma non c'è stato giorno in cui non abbia piovuto da quando siamo in marcia.
Per lasciare Pisek devi chiedere informazioni in ceco e mi stupisco di quanto riesca a comunicare con le quattro parole che ho imparato due anni fa. Bastano e ci hanno aiutato molto. Riuscire a spiegare che non siamo tedeschi e che sto andando a piedi a casa aiuta.
Usciamo da Pisek, ci aspettano 25 km.
Nei villaggi che attraversiamo tutto è chiuso. Sembrano posti da Resident Evil. Mangiamo sul prato davanti ad una chiesa maledicendo l' unica hospoda del villaggio che è chiusa.
Per accorciare il tragitto avevamo scelto di seguire delle piste ciclabili anziché i sentieri boscosi limitando cosí l' ineluttabile, cioè perdersi.
Le strade comunali che tagliano i campi sono poco trafficate e qualche albero ci protegge dal sole. Poco dopo aver pranzato il sole ci saluta e arrivano le solite nuvole grigie che promettono l' immancabile pioggia giornaliera sulle nostre teste.
Piove mentre siamo allo scoperto,ovvio. In lontananza vediamo un' enorme colonna di fumo grigio come le nuvole che si eleva dalla centrale nucleare di Temelin. È uno spettacolo surreale camminare nella natura per giorni e vedere in mezzo al verde accesso della campagna fiorente della Boemia del sud un reattore nucleare. C'è qualcosa che stona nel quadro.
Poco prima di entrare nell' ultimo boschetto assistiamo ad un incidente per fortuna senza conseguenze. Un' auto guidata da una giovane coppia prende una curva troppo larga e veloce. L' asfalto nuovo e bagnato non aiuta. Escono di strada estirpando un bel po' di piante di colza. Ci fermiamo ad aiutare, ma riescono ad uscire dal campo senza spinte.
Continuiamo in direzione campeggio, ma sono scioccato e non riesco a togliermi l' incidente dalla testa.
La pioggia non smette e la stanchezza aumenta. Il morale scende sotto ai tacchi. Sembra di aver camminato all' infinito e gioiamo alla vista del campeggio, la nostra oasi. Guardiamo l' orologio. Sono appena le 5.30, ma a noi sembra sera tardi siccome non si vedeva la luce del sole da ore.
Siamo stanchissimi e giù di morale. Stanotte si dorme in un bungaloo molto economico, all' asciutto e finalmente su un letto anziché in tenda.
Uff... Domani tappa breve e non potrà che essere meglio di questa.

giovedì 23 giugno 2011

Nevezice nel bosco - Plynova lauka pres Otavu 22 km

Oggi decidiamo per una tappa più breve. Percorreremo delle ciclabili per tagliare e per evitare dei boschi. Dopo la tratta di ieri vorrei evitare di dover cercare il sentiero tra i boschi ad ogni bivio.
Non abbiamo molto per colazione e contiamo di far un super pranzo.
La giornata è bella e la passeggiata piacevole. L'incazzatura del giorno precedente è passata, ora puntiamo ad abbuffarci di cucina locale. Ed invece una brutta sorpresa ci aspetta. Nessuna osteria è aperta nei villaggi dove passiamo. Tutto è desolante e pure i negozi sono chiusi. Chiedo ad un giovane informazioni, ma lui aumenta solo il nostro sconforto. Tutto chiuso, ripete, aprono fra due ore. Non possiamo aspettare cosí a lungo.
Leggo lo sconforto negli occhi di Laura. Temo per la mia incolumità.
Ci alziamo. Non c'è altro da fare che andare.
Un miraggio ci aspettadietro l' angolo. No, non è un miraggio, è tutto vero. Un negozio di generi alimentari è aperto e ha pure una panchina all' aperto. Pane e salame non sono mai stati cosí buoni. C'è pure un barbiere, ma purtroppo non ne ho bisogno.
Chiacchiero con la famigliola del negozio. Ci prendono per pazzi come fan tutte le persone che ho incontrato per strada, ma poi ci incoraggiano fornendoci informazioni e ci augurano buon viaggio.
Proseguiamo e raggiungiamo il campeggio libero a 5 km da Pisek.
Il tempo è bello e andiamo a mettere i piedi nell'acqua gelata e di color marrone dell'Otava, affluente della Moldava che ha preso il posto di quest'ultima come fiume guida.
Laura addirittura si tuffa. È più ceca dei cechi.
Facciamo a tempo a cenare al ristorantino del campeggio con carne alla griglia che un temporale si scatena sopra le nostre teste.
Il saggio del ristorante, davanti a due birre sostiene che tuonerá solamente, ma non pioverà. Dopo dieci minuti si scatena l' inferno. Vengon giù secchiate d' acqua e temo per la tenda.
Pianifichiamo i giorni seguenti e mi accorgo di aver perso il conto di quelli precedenti. I ricordi e le esperienze si accavallano e non distinguo più il ieri dall' oggi. Cinque giorni di marcia e ho già perso contatto con il solito mondo di prima e con i suoi tempi. Va benissimo cosí.
Torniamo alla tenda. È in piedi e asciutta, grande Quechua!

Trhovky - Nevezice da qualche parte nel bosco 32 km

Inferno. Un passaggio della nostra camminata si chiama inferno, a ragione.
Oggi doveva essere una giornata di boschi, ma non avevo programmato di passarci cosí tanto tempo.
Alla mattina partiamo senza caffé perché il negozietto del campeggio non voleva aprire. Nel primo bosco perdiamo il sentiero, ma in qualche modo lo ritroviamo e raggiungiamo Kostelec nad Vlatavou con un buon passo superando il bosco e campi infiniti e verdi.
L'hospoda, osteria, vicino alla chiesa stava per chiudere e non serviva più pranzi. Spiego alla padrona che siamo due sfigati che arrivano da Praga a piedi e che siamo affamati. Sparisce in cucina con la mia mappa e ritorna offrendoci carne di maiale, purè e birra. Fantastico.
Riprendiamo il cammino rigenerati e passiamo il ponte per la sponda orientale della moldava vicino ad Orlik.
Sotto il ponte comincia un bel sentiero segnato approssimativamente, ma la gamba è buona e la giornata piacevole.
Il sentiero scende fino a toccare il fiume. Non resistiamo. Ci togliamo le scarpe e mettiamo i piedi in acqua. È piacevolmente gelida e ha un colore verdino.
È giunto il momento di tornare sul sentiero principale, ma perdiamo il segno.
Siamo vicini a Peklo, l' inferno. Giriamo a destra poi a sinistra. Cerchiamo la traccia, ma nulla. Nel mezzo del cammin ci ritrovammo per una selva scura che la diritta via era smarrita. Persi.
Di tornare sui propri passi e ammettere la sconfitta non se ne parla e proseguiamo a intuito. Grazie ad esso camminiamo inutilmente per circa 8km.
Quando il morale stava diventando sconforto eccola, l' apparizione, la traccia rossa!
Usciamo dall' inferno anche grazie ad un angelo sessantenne che ci indica la via breve per il paese, Nevezice.
Ceniamo con salsiccia e formaggio e ci dirigiamo verso il bosco per la notte.
Ma non è giornata. Manchiamo l' indicazione di voltare per un sentiero stretto nascosto dall'erba. Un' altra volta strada sbagliata. Decidiamo di piantar la tenda. Siamo stanchi e frustrati per le innumerevoli volte che abbiamo sbagliato, ma non riuscirei a dormire se non trovassi il sentiero corretto.
Torniamo sui nostri passi e lo vediamo. Incazzati, ma almeno tranquillizzati da quella vista, piantiamo la tenda che fa quasi buio.
Esausti crolliamo. Il percorso è stato bello, ma "un po'" troppo lungo... 32km.

mercoledì 22 giugno 2011

Bosco di Nečin - Trhovky 27 km

Oggi abbiamo raggiunto la Moldava. Ci siamo svegliati alle 8 e camminando per il bosco e attraverso i campi abbiamo raggiunto il sentiero.
Nel primo paesuno c' era un negozio di generi alimentari praticamente vuoto e abbiamo continuato per il ponte sulla Moldava senza preoccuparci degli approvvigionamenti. La vista dal ponte sul fiume è incredibile. Il fiume scorre costeggiato da folti boschi.
La Boemia mi sta sorprendendo per il suo verde. Rimpiango non averla esplorata prima.
Dopo il ponte abbiamo perso il sentiero, ma per fortuna una signora con un cane tascabile ci è venuta in soccorso indicandoci la strada.
Un qualche modo riusciamo a raggiungere un secondo ponte e a trovare un hospoda aperta. L' unico pasto disponibile era il mio preferito: smazeny syr, formaggio fritto con almeno un chilo di patate lesse.
Appesantiti, ma soddisfatti, riprendiamo il cammino lungo la traccia rossa ad est del fiume.
La strada bellissima in mezzo al bosco ci offriva della vista fantastiche sulla Moldava. L' odore dei pini a tratti era intenso. Laura si è fermata ad annusare la corteccia e mi invita a farlo. Eseguo ed un mondo di aromi mi pervade i sensi. Non avevo mai odorato una corteccia. Perché farlo? Ora lo so. Forse sarei dovuto nascere nei pressi di una montagna.
Il percorso,per quanto bello, è duro. La salita finale sembra infinta.
Ad attenderci alla fine c'è una vista mozzafiato, un gregge di capre bianche e una panchina solitaria sotto ad un albero.
Riprendiamo il cammino in discesa fino al campeggio e, ovviamente piove.
Appena smette piantiamo la tenda e ci facciamo una doccia calda e laviamo la biancheria.
Ceniamo con un gulas e pianifichiamo il prossimo giorno di marcia. Funziona cosi. Di decide la tappa del giorno seguente di volta in volta.
Al ristorante la cameriera parla italiano cosi non serve che io traduca il menù, anche se Laura già capisce le parole chiave, principalmente le parolacce e il menù.
Domani tappa lunga.

lunedì 20 giugno 2011

Treban-Necin-da qualche parte nel bosco 37km

Il bosco di fronte alla nostra tenda è illuminato dalle lucciole. Sono seduto sull' erba da qualche parte fuori sentiero dove abbiamo trovato riparo alle 21.30.
oggi abbiamo camminato per 37km senza contare le due volte che ho sbagliato strada, molto meglio di quanto sperassi.
Con Laura va benissimo. Abbiamo lo stesso passo e gli stessi tempi di sosta, solo che io bevo più birra.
Alle undici abbiamo raggiunto Katyn per mangiare, ma le due hospode erano chiuse. Abbiamo continuato per vozinice e appena fuori dal bosco a due km dal paese ho potuto guardare oltre gli alberi. Un temporale è piombato su di noi all' improvviso. ci siamo rifugiati sotto agli alberi scampando all'acquazzone per un pelo. La pioggia ha dettato i ritmi della giornata.
L'appetito cresceva e ho divorato un piatto di gulas accompagnato da della birra.
Ripresa la marcia abbiamo camminato veloci ricaricati dal succulento pasto raggiungendo strz e il museo di karel capek. Un caffè turco non poteva mancare e ci diede energia per continuare.
Volevo fermarmi al prossimo villaggio, ma la gamba non era stanca e abbiamo tirato dritti verso necin.
Arrivati in paese alle 19 siamo andati all' unico ristorante aperto. Il menù mi ha inviato a ordinare un buonissima carpa dello chef. Birra e slivovice hanno innaffiato l'eccellente e meritato pasto.
Abbiamo calcolato la distanza percorsa: 35km. Un brindisi a noi.
Pochi dolori ai muscoli. Uno in particolare il peroneo. Un muscolo che non sapevo esistesse nel corpo umano e che Laura mi ha rivelato.
Usciti soddisfatti dal ristorante abbiamo camminato mentre il buio prendeva il posto della luce, ovvamente sbagliando strada, prima di trovare uno spazio perfetto per la nostra tenda.
Ora le lucciole fanno il loro spettacolo davanti e intorno a noi.
E' stata una lunga dura giornata, ma fantastica, indimenticabile.
Domani vedermo la moldava.

sabato 18 giugno 2011

Praga-Karlstejn-Treban 20,5 km

Siamo partiti in 8. Laura (l' anarchica della pallavolo), Lorenzo, Misha, BD1, l'Elfo, Andrea (non io, un omonimo torinese), Marcela e un viaggiatore impreparato, cioè io. Il Conte si é inventato una scusa assurda e si é presentato direttamente a Karkstejn.
L' inizio non é stato dei migliori. Una volta giunti a Praga Radotin ha cominciato a piovere.
Ci siamo bevuti un caffè e abbiamo aspettato inutilmente che la pioggia smettesse.
Una locomotiva d'altri tempi é passata per la stazione e poi abbiamo deciso di incamminarci anche se continuava a piovere leggermente.
Dovevo guidare il gruppo ma non avevo la più pallida idea di dove cominciasse il percorso.
Girai a destra della stazione e fortunatamente dopo un po' trovai le indicazioni per il sentiero rosso da seguire.
La prima tratta é stata ignominiosamente lenta. Tre ore per fare sei km...
Ci siamo fermati in un osteria con pelli di cinghiale appese alla parete assieme a quadri di Stalin, Lenin, Hasek e ad una bandiera confederata.
Dopo un ricco pranzo e due birre abbiamo proseguito il cammino a passo più spedito nonostante la pioggia e il sentiero fangoso. Gli alberi del bosco ci hanno offerto un po' di protezione e reso piacevole il percorso.
Siamo arrivati a Karlstejn dopo qualche ora e dopo un birra ci siamo salutati.
Io e Laura abbiamo continuato fino a Treban attraverso il bosco cercando il campeggio.
Non mi abituerò mai al customer service dei cechi. L'uomo alla reception inizialmente mi trattò malissimo. Già so che a volte i cechi sono scorbutici, ma non lo fanno con cattiveria.Infatti mi ha tenuto a chiacchierare per un po' in una lingua che non conosco chiedendomi dei miei viaggi.
Abbiamo montato la tenda e siamo andati al ristorante del campeggio. C'era un gruppetto di giovani cinquantenni che suonavano vecchie canzoni popolari e altre due birre sono scivolate giù per la gola con facilità estrema.
Ora sono in tenda in questo campeggio su di un' isola della Berounka. Tutto va bene a parte delle rane che stanno facendo un festino nel canale dietro di noi.

Storielle di viaggio

Viaggiando anche con la fantasia. Storielle scritte in viaggio ispirate dal mondo che ci circonda.

1) Natale a Betlemme: Royal Rumble in Basilica.





Praga, il giorno prima

Ore 23. La luna sorge da dietro il parco di Hostivar a Praga. Domani parto. Mi incammino verso casa e la luna sembra venuta a salutarmi. Scompare dietro le nuvole. E' tempo di controllare le ultime cose per domani.
Guardo lo zaino. E' pronto. E' pieno. Sembra pesante, eppure penso di aver messo dentro solo l'indispensabile. Come in ogni partenza avrò messo cose che non userò e mi mancheranno cose di cui avrò bisogno durante il viaggio. E' sempre così.
Ho davanti a me più di un mese di viaggio, a piedi. Non ho mai fatto una cosa del genere. Non sono mai stato un avventuriero, ne' uno che ha passato le vacanze in campeggio, per strada. Eppure sento che devo e voglio fare questa camminata. Ci riuscirò? I dubbi mi assalgono all'ultimo momento. Non ho paura delle difficoltà. Ce ne saranno e in qualche modo le supererò. Piano piano. Non sono e non posso essere preparato a tutto. In qualche modo si farà.
Non vedo l'ora di mettermi in cammino. Chissà se dormirò stanotte, in fin dei conti è solo una lunga passeggiata.
Domani alcuni amici verranno ad accompagnarmi fino a Karlstejn. Laura (che mi accompagnerà a lungo), Lorenzo, Misha, Marcela, BD1 (Davide), il Conte (Luigi) e niente meno che l'Elfo (Andreas). Siamo un bel gruppetto. Ci divertiremo, sperando che non piova. Se piovesse mi piacerebbe essere come la donna idrorepellente vestita di verde che ho visto ieri sera alla fermata del tram. Sotto un'acquazzone estivo lei continuava a telefonare indisturbata e serena.
Domani si parte. Domani si comincia a camminare.

Praga-Caorle

La decisione l'avevo presa da tempo, ma i preparativi hanno dovuto aspettare che tornassi a Praga da Bangkok.
In un paio di settimane ho dovuto prepararmi cosa che penso di essere riuscito parzialmente tra gli incontri e le feste tra amici. Ho fatto tutto di corsa, come al solito, e non penso di essere preparato a dovere, ma ci provo lo stesso. Se mai ci provo, mai saprò se sono in grado di farlo.
Perchè vado a Caorle l'ho chiesto a me stesso diverse volte e forse mi sono dato una giusta spiegazione da viaggiatore impreparato.
Proverò ad aggiornare questo blog con brevi notizie sui miei spostamenti dai vari posti che attraverserò e spero che chi mi segue possa scoprire con me i paesi, i villaggi, i boschi, i laghi, i fiumi e le persone che incontrerò, e magari rendersi conto di quanto bella sia questa parte di Europa e riacquistare il piacere di viaggiare lentamente via terra a contatto con realtà che spesso ci sfuggono a causa della velocità con cui scorre la nostra vita.
Praga-Caorle è per me un cammino verso casa, un modo dimenticato per muoversi e godere questo mondo. Se sarà bello e piacevole lo scoprirò solo vivendolo. Poi vi dirò se ne sia valsa la pena o se fosse stato meglio prendere l'aereo.

venerdì 17 giugno 2011

Praga-Caorle: Perché?


Perchè vado da Praga a Caorle in provincia di Venezia a piedi? Sto andando a casa. Semplicemente.
Dopo diciotto mesi passati principalmente overland tra Asia e Africa è giunto il momento di tornare a casa. Ma dov’è casa mia? Praga, Caorle, oppure il mio zaino?
Non riuscendo a risolvere la questione ho trovato un compromesso tra i tre senza sbilanciarmi e prendere parte come il mio solito. Sono arrivato a Praga dal bellissimo Sudest Asiatico, che ti tenta come il canto di una sirena, e da lì sarei partito per andare al mio paese d’origine, dove risiede ancora la mia famiglia.
E perchè non farlo a piedi? Camminare, incontrare la gente dei piccoli paesi, attraversare campi, foreste e monti. Come i pellegrini di una volta o quelli di oggi diretti a Santiago de Compostela. Solo che la loro meta è spirituale. Il percorso chiaro, segnato. Lungo la strada la gente quasi li aspetta. A pensarci bene, dove sono diretto è altrettanto sacro: è il luogo dove sono cresciuto, dove vive la mia famiglia e dove c’è il mare.