domenica 26 giugno 2011

Plynova lauka pres Otau - Vodnany 32 km

Dopo la tappa breve di ieri, oggi testeremo i nostri piedi camminando per oltre 30 km.
Ho un paio di vesciche, ma una volta in marcia non fanno poi tanto male. Speriamo non mi impediscano la lunga marcia di oggi.
Partiamo presto e il bel tempo ci accompagna. I primi cinque km sono piacevoli. Costeggiamo la Otava fino a Pisek.
Il fiume è lo specchio delle case in legno. Incrociamo un paio di persone che corrono e alcuni anziani che passeggiano.
I primi condomini popolari ci dicono che stiamo entrando in città, la prima di questo viaggio. Troviamo un supermercato e finalmente posso fare una spesa decente per il cammino. Entro e non posso resistere a due krapfen alla marmellata. Ah! Le prime pastine per colazione dopo molto tempo.
In piazza a Pisek completo la seconda colazione dopo quella del campeggio con un cappuccino in piazza, nel bel centro del paese. I palazzi, le case del centro, la cura delle strade mi sorprendono. Sotto il ponte sull'Otava ci sono alcune costruzioni in sabbia raffiguranti dei cortigiani. Non capisco come sia possibile che non si siano disintegrate dopo il diluvio universale di ieri. Che sia piovuto solo su di noi? Oggi il sole splende, ma non c'è stato giorno in cui non abbia piovuto da quando siamo in marcia.
Per lasciare Pisek devi chiedere informazioni in ceco e mi stupisco di quanto riesca a comunicare con le quattro parole che ho imparato due anni fa. Bastano e ci hanno aiutato molto. Riuscire a spiegare che non siamo tedeschi e che sto andando a piedi a casa aiuta.
Usciamo da Pisek, ci aspettano 25 km.
Nei villaggi che attraversiamo tutto è chiuso. Sembrano posti da Resident Evil. Mangiamo sul prato davanti ad una chiesa maledicendo l' unica hospoda del villaggio che è chiusa.
Per accorciare il tragitto avevamo scelto di seguire delle piste ciclabili anziché i sentieri boscosi limitando cosí l' ineluttabile, cioè perdersi.
Le strade comunali che tagliano i campi sono poco trafficate e qualche albero ci protegge dal sole. Poco dopo aver pranzato il sole ci saluta e arrivano le solite nuvole grigie che promettono l' immancabile pioggia giornaliera sulle nostre teste.
Piove mentre siamo allo scoperto,ovvio. In lontananza vediamo un' enorme colonna di fumo grigio come le nuvole che si eleva dalla centrale nucleare di Temelin. È uno spettacolo surreale camminare nella natura per giorni e vedere in mezzo al verde accesso della campagna fiorente della Boemia del sud un reattore nucleare. C'è qualcosa che stona nel quadro.
Poco prima di entrare nell' ultimo boschetto assistiamo ad un incidente per fortuna senza conseguenze. Un' auto guidata da una giovane coppia prende una curva troppo larga e veloce. L' asfalto nuovo e bagnato non aiuta. Escono di strada estirpando un bel po' di piante di colza. Ci fermiamo ad aiutare, ma riescono ad uscire dal campo senza spinte.
Continuiamo in direzione campeggio, ma sono scioccato e non riesco a togliermi l' incidente dalla testa.
La pioggia non smette e la stanchezza aumenta. Il morale scende sotto ai tacchi. Sembra di aver camminato all' infinito e gioiamo alla vista del campeggio, la nostra oasi. Guardiamo l' orologio. Sono appena le 5.30, ma a noi sembra sera tardi siccome non si vedeva la luce del sole da ore.
Siamo stanchissimi e giù di morale. Stanotte si dorme in un bungaloo molto economico, all' asciutto e finalmente su un letto anziché in tenda.
Uff... Domani tappa breve e non potrà che essere meglio di questa.

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